Non è stato facile, per tutti. Abbiamo affrontato insieme qualcosa che nessuno di noi aveva visto prima d’ora. Eppure in qualche modo ce l’abbiamo fatta, abbiamo imparato a proteggerci e a proteggere i nostri cari. Ce l’abbiamo fatta: magari un po’ acciaccati, magari un po’ più cauti nell’affrontare le curve che la vita ci pone davanti quando meno ce l’aspettiamo. Ecco, ci è mancata la libertà ma non ci è mancata la voglia di bere in questi mesi di confino. E di farlo possibilmente bene. Chiusi in casa, ci toccava almeno di mangiare e di bere, la differenza l’ha fatta sempre la qualità! Avevo voglia di evasione, banalmente, ma non pensavo a orizzonti sconfinati e sconosciuti… o almeno, non solo! No, piccole cose: la campagna deturpata della mia Pianura Padana, o quel vino bevuto nel centro di Noto anni fa. Ah, le vacanze… Noto… Quel vino! Che poi, che vino era? Il Carjcanti, giusto! Il Carjcanti di Gulfi, me lo ricordo come fosse qui, nel mio bicchiere, ora!
Se parliamo di Carricante parliamo di Etna, della potenza e del calore del sottosuolo mitigati dall’aria del mare che soffia dalle pendici alle vigne, più in alto. Gulfi sceglie invece il calcare delle sue colline iblee come teatro di una sfida che si rivela senza dubbio vinta, oggi. Un inatteso Carricante – vitigno tardivo che regala vini bianchi di grande levatura, capaci di buona longevità – incontra qui il leggendario Albanello, vitigno millenario salvato dall’oblìo e dal vortice del tempo che appiattisce ogni cosa, anche la vite.
Vigna Campo è la vigna di Chiaramonte Gulfi, in Val Canzeria, dove il Carricante etneo ha trovato confortevole dimora. Il clima della valle è temperato, con importanti escursioni termiche, il terreno calcareo, mediamente argilloso, non irrigato. Le uve vengono vendemmiate nella seconda metà di settembre, vinificate in acciaio e in botti da 225 e 500 litri. Acciaio e legno per almeno 1 anno, poi alcuni mesi in bottiglia e infine a noi, ai nostri bicchieri, ai nostri palati. Il colore è giallo, intenso al naso, con accenni di mela verde. Secco, sapido, persistente al palato. Proviamolo col pesce, anche elaborato, o molluschi o frutti di mare. La viva acidità, le sensazioni prevalenti d’erbe mediterranee possono anche essere piacevolmente abbinate a primi piatti estivi a base di verdure tenere e profumate, magari arricchiti da formaggi freschi.
Insomma, il confino è terminato e le buone abitudini non vanno abbandonate. Facciamoci ancora del bene, questo fantastico Carjcanti di Gulfi ci regalerà notevoli soddisfazioni!
(Mirko Bosio gestisce l’enoteca italiana CiaoGnari, rue des Pyrénées 333, Parigi)
Cantina Gulfi
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