Ricostruire. Rimodellare. È ciò che i Roxy Music fanno con la musica nell’ellepì d’esordio pubblicato nel 1972. Bryan Ferry (voce e pianoforte), Phil Manzanera (chitarra, sostituisce Roger Bunn e David O’List), Graham Simpson (basso), Andy Mackay (sassofono e oboe), Eno (sintetizzatore) e Paul Thompson (batteria, sostituisce Dexter Lloyd) passano con disinvoltura dagli Anni ’50 ai ’60, sbriciolano il progressive spremendo il rock & roll, fanno gli avanguardisti ammiccando al cabaret, suonano gli Anni ’70 ma sono già nel futuro. 46 anni dopo, Roxy Music è di un’attualità sconvolgente. Ed è rivoluzionario: tanto quanto The Velvet Underground & Nico. Il forsennato incedere pre-punk e il free jazz di Re-Make/Re-Model; il post-prog e le vertigini soniche di Ladytron; il country rock e quel non so che di perversa ballad che risponde al titolo di If There Is Something; l’inno glamper definizione – insieme a All The Young Dudes di David Bowie (per i Mott the Hoople) e a This Town Ain’t Big Enough For Both Of Us degli Sparks – intitolato Virginia Plain; l’ipnosi melodica di 2 HB; il caos organizzato, i depistaggi cameristico-pop e il rock insolente di The Bob (Medley); il vizio d’esser decadenti e l’attitudine da sperimentatori che scandisce Chance Meeting; il “cheek to cheek” e il boogie-woogie di Would You Believe?; la dolcezza velenosa, le scansioni ritmiche e l’improvviso “feedback” di Sea Breezes; il cabaret e l’Elvis the Pelvis di Bitters End.

Roxy Music va (ri)ascoltato, (ri)scoperto, (ri)amato dalla prima all’ultima nota nel box di 3 Cd + 1 Dvd che accanto all’album nella sua classica genesi propone 4 straordinari demo: una Ladytron assai più “ambient” e giostrata al rallentatore; 2 HB allo zenit dell’improvvisazione jazzisticaChance Meeting fra languide carezze e tessiture melodiche; un’algida, marziale The Bob (Medley) che derapa a colpi di genio nel rock blues. E ancora, le out-takes dell’intero disco (orecchio, in particolare, all’intro rumorista di Ladytron, al coinvolgente pianismo di If There Is Something, alle saturazioni elettroniche e all’imprevedibile swing di The Bob, alla versione strumentale di Chance Meeting, al “wall of sound” di Virginia Plain…), le radiofoniche BBC Sessions, i video promozionali, i passaggi televisivi e il fondamentale, raro filmato ripreso dalla tv francese al Bataclan di Parigi. Incornicia impeccabilmente il tutto, un libro di 136 pagine con foto inedite e un saggio di Richard Williams: cioè colui che per primo, nel 1971, scrisse dei Roxy Music sul settimanale Melody Maker. Alleluia.

Roxy Music, 45th Anniversary Super Deluxe Edition (1972-2018, Virgin)