Nel raccontare TEA, la sua nuova creazione prodotta da Kartell, il designer cremonese Ferruccio Laviani afferma di essersi idealmente ispirato alle sculture dadaiste del francese Jean Arp (1886-1966) e di percepirla come «un oggetto più vicino a una piccola scultura da tavolo, che a una lampada convenzionale».

Di sicuro, con il suo imprinting quasi artigianale in tecnopolimero termoplastico riciclato che permette alla luce di filtrare attraverso le sue trame irregolari che le definiscono in un incantevole gioco di chiaroscuri, TEA (disponibile in bianco, antracite, terracotta e tortora) sembra fatta apposta per essere ammirata «da tutti coloro che decideranno di averla come “compagna” di tavolo», tiene a precisare Laviani.

Del tutto particolare, inoltre, è il touch irregolare e poroso scelto per la sua finitura estremamente naturale, simile alla terracotta e al biscuit.

Celebrando nell’arte dell’illuminazione la tecnologia di realizzazione a stampo, TEA si presenta agli appassionati e ai collezionisti di design 20 anni dopo il successo di Take. E con il suo prezzo accessibile (€ 150) ambisce, come lei, a essere una lampada democratica.