Cesar Catilina (Adam Driver) è un architetto di New Rome, capitale di un Impero in decadenza. Facoltoso, senza regole, in grado di soggiogare il tempo, conduce un’esistenza con tanti party, tanto sesso, tanta droga. Nipote del magnate Hamilton Crassus III (Jon Voight), ha come acerrimo avversario il sindaco Franklin Cicero (Giancarlo Esposito) – politico ultraconservatore circondato da lobbisti del cemento e da consiglieri che preferirebbero il crollo dell’Impero piuttosto che la rovina delle loro immense fortune – il quale ostacola il suo ultimo, visionario progetto: Megalopolis.
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Si tratta di un impegno che prevede la ricostruzione di New Rome (in evidente declino) utilizzando il Megalon, materiale inventato dallo stesso Catilina, a base organica e inorganica, che risulta essere imperituro ma di cui non è ancora possibile valutarne la sicurezza. In tutto ciò a distinguersi è anche la figlia del sindaco, Julia (Nathalie Emmanuel), party girl che si accompagna solo a ragazze non facendo nulla per nascondere il proprio disprezzo per l’ambiente in cui vive. Ribellione che la spinge inevitabilmente verso Cesar, del quale s’innamora. C’è poi il cugino di Catilina, Clodio (Shia LaBeouf), da sempre invaghito di Julia e voglioso di primeggiare nei favori dello zio, Crassus.
Dopo 45 anni d’incubazione – il regista Francis Ford Coppola ha infatti spiegato di aver dato inizio alla stesura della sceneggiatura di Megalopolis all’epoca di Apocalypse Now – ogni elemento di questo kolossal è talmente ben calibrato che la trama sembra già scritta solo ad elencarne i personaggi. Sono lampanti i riferimenti all’antica Roma, nonché ai moderni imperi e al loro decadimento; altrettanto evidenti, gli esempi letterari (monologhi di William Shakespeare, certe frasi pronunciate dagli antichi romani) e filosofici facilmente rintracciabili nel dipanarsi della trama.
Visione sovraccarica di significati, ma di sicuro godibilissima, Megalopolis è un’epopea ambientata in un’America moderna e immaginaria. Oltre a riferirsi alla congiura del 63 a.C. ordìta da Lucio Sergio Catilina per sovvertire l’ordinamento repubblicano dell’Urbe, sappiamo quanto siano evidenti per Coppola le similitudini fra l’antica Roma e gli Stati Uniti d’America. L’ottuagenario regista ci illustra la sua “ricetta ” per evitare che l’Impero crolli rovinosamente, portando con sé quanto realizzato di positivo, ove ce ne fosse.
E poi c’è il tempo, fondamentale: dominato da alcuni, presente in ogni istante, sembra prendersi gioco della nostra società che di esso mantiene una concezione lineare messa in discussione da questo film ambiziosissimo, altrettanto colto, visionario e all’avanguardia, sottolineato alla perfezione da luci, immagini e suoni degni del Coppola più grande. Non semplice da comprendere appieno in una sola visione, Megalopolis è a mio parere un “testamento” eccezionale.