Presentato con successo al Toronto International Film Festival 2022, il thriller Alice, Darling diretto dall’inglese Mary Nighy affronta l’importante e delicato tema della violenza psicologica.
È l’americana Anna Kendrick (Alice), in una coinvolgente performance recitativa, a dare volto ed emotività a questa storia di coercizione e di controllo. La affiancano il britannico-canadese Charlie Carrick nei panni del fidanzato Simon, la canadese Kaniehtiio Horn e la britannica di origini nigeriane Wunmi Mosaku.
Girato in 20 giorni fra Toronto e Clear Lake, nell’Ontario, Alice, Darling narra di una giovane donna vittima di una relazione violenta, in cui viene psicologicamente abusata dal suo compagno. Durante una vacanza trascorsa insieme a 2 amiche intime, Alice ha modo di riscoprire se stessa e acquisire la prospettiva di cui ha reale necessità.
Lentamente, inizia a prendere le distanze dalla relazione “malata” che la lega a Simon, ma la vendetta di quest’ultimo è inevitabile; e una volta scatenata, metterà a dura prova la forza della ragazza, il suo coraggio e il legame con le sue amicizie più profonde.
«Quando mi hanno proposto di dirigere questo film, ho subito accettato», spiega Mary Nighy. «A colpirmi è stato il viaggio simbolico ed emotivo di Alice: in particolare, il complicato tumulto interiore che non riesce a manifestare ma che esprime in modi spesso strazianti e auto-sabotanti».
Racconto avvincente dal principio alla fine, ma anzitutto storia di resilienza e di emancipazione femminile, Alice, Darling è assai diverso dai film che trattano il tema dell’abuso imboccando la facile scorciatoia del “sensazionalismo”. Qui, al contrario, si percepisce una sensibilità di fondo e una capacità incredibile di rispecchiarsi nei singoli personaggi.