Quarto film live-action, reboot del franchise, Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri è diretto e sceneggiato da John Francis Daley e Jonathan Goldstein, registi del remake/reboot intitolato Come ti rovino le vacanze nonché autori della sceneggiatura di Spider-Man: Homecoming.
La trama. L’ex arpista Elgin (Chris Pine) e l’incredibile guerriera Holga (Michelle Rodriguez) sono in attesa dell’incontro con la commissione che dovrà deliberare sulla loro scarcerazione. Da 2 anni, dopo un tentativo mal riuscito di furto, sono rinchiusi in una prigione nelle lande innevate della Valle dal Vento Gelido, a Nord della catena montuosa del Dorso del Mondo. A Sud, è invece la più mite Costa della Spada con le più grandi città del Mondo di Faerûn. Elgin deve assolutamente uscire di prigione poiché ha una figlia e non vede l’ora di riabbracciarla. Al momento dell’arresto, la coppia ha affidato la piccola al socio e truffatore Forge Fletcher (Hugh Grant), che è riuscito a fuggire anzitempo.
Hugh Grant
Dopo una rocambolesca e divertente evasione, i nostri eroi si dirigono verso Neverwinter, dove Fletcher è diventato Governatore ed è costantemente affiancato dalla maga Sofina (Daisy Head). Una volta arrivati a palazzo, Elgin e Holga capiscono subito che la situazione non è come se la immaginavano: la figlia non ha intenzione seguirli ed è piuttosto fredda con Elgin, mentre Sofina sembra essere fuori controllo e Forge li caccia via in malo modo. L’unica maniera per riprendersi la figlia è entrare di soppiatto nel castello di Forge e rapirla. Per farlo, si faranno aiutare dal mago Simon (Justice Smith), dalla druida tiefling Doric (Sophia Lillis), dal paladino Xenk (Regé-Jean Page) e per salvarsi dovranno superare varie prove.
Sophia Lillis
Se per certi versi Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri ricorda i classici del filone Fantasy come Il Signore degli Anelli, Harry Potter, The Avengers e I Guardiani della Galassia, nell’insieme è divertente, non si prende mai troppo sul serio ed è piacevole da guardare sino alla fine. L’ottimo cast, con uno spassoso Hugh Grant in versione idiota, riesce a reggere una trama poco approfondita ma con molti easter egg e riferimenti al gioco di ruolo, mentre non mancano le creature magiche che gli appassionati riconosceranno senz’altro, come i tabaxi (uomini gatti), i divoratori di intelletto, il drago obeso che rotola anziché volare, l’uomo uccello Aaracockra.
Un blockbuster pressochè perfetto, insomma, che non ha nulla a che spartire con i precedenti tentativi di trasferire sul grande schermo il celeberrimo gioco ideato nel 1974 da Gary Gygax e Dave Arneson.