Nonostante gli argomenti trattati, lo spin-off della saga di Wonder tratto dalla graphic novel di R. J. Palacio è una storia accarezzata dalla dolcezza. Diretto da Marc Forster, Wonder – White Bird ci aiuta a ricordare, ma soprattutto riflettere, sui comportamenti quotidiani e sul rapporto con gli altri. Lo fa ripartendo dal bullo Julien (Bryce Gheisar), espulso da scuola, che vive a New York cercando (invano) di ambientarsi nel nuovo istituto.

Una sera, l’arrivo dell’amata nonna (una splendida Helen Mirren) lo sorprende inaspettatamente. Francese, artista affermata, vive a Parigi ma si trova nella Grande Mela per una mostra personale. A cena, cerca di capire come gli avvenimenti degli ultimi tempi abbiano inciso negativamente sulla vita del nipote, dal momento che l’unica lezione da lui imparata è “fatti gli affari tuoi ”.

Helen Mirren e Bryce Gheisar

Decide, allora, di raccontargli di quando era un’adolescente durante l’occupazione nazista. La sua vita piuttosto agiata, da figlia di un medico e di una professoressa, fatta di vestiti sempre nuovi, disegni sull’inseparabile quadernino e cotte per i compagni di classe, si interrompe a causa delle offese ricevute in quanto ebrea. Durante un rastrellamento, Sara (Ariella Glaser) riesce a fuggire grazie all’aiuto di Auggie (Orlando Schwerdt), un compagno di classe affetto da una malformazione alle gambe.

Se finora Granchio (veniva soprannominato così, costretto com’era a camminare con le stampelle) era invisibile agli occhi della ragazza, ora è il solo a restarle accanto nascondendola in una stalla con l’appoggio incondizionato dei suoi genitori (la madre, Vivienne, ha l’amorevole volto di Gillian Anderson).

Orlando Schwerdt e Ariella Glaser

Segretamente innamorato di lei, vuole proteggerla ad ogni costo dalle nefandezze di un mondo che obbliga a guardarsi alle spalle diffidando da tutto e da tutti. Giocano assieme, lui le porta il cibo e l’aiuta a studiare tenendola aggiornata su quanto fatto in classe.

La loro amicizia, dapprima stentata, prende forza con il trascorrere del tempo che lento e inesorabile sembra segnare il destino da reclusa di Sara; la quale, intanto, non può fare altro che immaginare con Auggie luoghi e mondi mai visti. E disegnarli sul quaderno che lui le ha donato.

Sara racconta a Julien di come la sensibilità e il coraggio di quel ragazzo le abbiano salvato la vita; di quanto possa rivelarsi forte il potere della gentilezza; di come un semplice sguardo d’aiuto sia in grado di cambiare una vita. “Fatti gli affari tuoi ”, dunque, è quanto di più meschino possa esistere.

Se Auggie e la sua famiglia non si fossero sobbarcati il rischio mortale di nascondere quella ragazzina sola, lei oggi non sarebbe quello che è: una pittrice affermata. Sì, perché anche il più piccolo gesto può cambiarci la vita. In un modo che neanche possiamo immaginare.