Lungometraggio d’esordio per Chloe Okuno – talentuosa regista di vari corti e di Storm Drain, ritenuto fra i migliori segmenti dell’antologia horror V/H/S/94Watcher è un thriller psicologico al femminile che affonda le sue radici nel senso di alienazione e di persecuzione, mettendo a fuoco tematiche sociali come lo stalking e il gaslighting.

Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival dove ha ricevuto un’accoglienza straordinaria, il film narra la storia di Julia (Maika Monroe, già acclamata per il suo ruolo in It Follows di David Robert Mitchell) che si trasferisce a Bucarest per seguire il marito di origini rumene (Karl Glusman) nel suo nuovo lavoro. Le difficoltà d’inserimento e la solitudine della giovane donna sono subito evidenti: mentre lui riempie la propria vita di nuove interazioni e nuovi accadimenti, lei oltre a faticare con la lingua e a stabilire nuovi rapporti umani ha la netta sensazione di essere spiata da un uomo dal palazzo di fronte, ma pensando di apparire paranoica ritiene opportuno non parlargliene.

Una sera, durante una passeggiata sotto casa, la coppia si imbatte nella scena di un crimine e quell’evento inizia a scavare come un tarlo nella sua mente. Ha assistito, seppure di sfuggita, all’ennesimo omicidio di un serial killer che sta terrorizzando la città: soprannominato Il Ragno, pare che si metta a pedinare a lungo le proprie vittime prima di aggredirle e assassinarle tagliando loro la gola se non addirittura decapitandole.

Benchè i suoi tormenti continuino ad acuirsi, Julia riesce finalmente a parlarne con il marito che però non le crede convinto com’è che ingigantisca situazioni in realtà del tutto plausibili. Lei, benchè impaurita, inizia a ricambiare le attenzioni del suo stalker ma la situazione non fa altro che peggiorare causandole un senso sempre maggiore di soffocamento. Confondendo la realtà con la paranoia, e l’incertezza di essere nel torto con la certezza del proprio istinto, Julia raggiungerà inevitabilmente il punto di rottura.

Bravissima a trasmettere il senso d’alienazione e il dubbio della propria follia, Maika Monroe si fa ricordare nelle scene in cui è davanti alla finestra di casa, che sembra inghiottirla tanto è grande davanti a lei, così piccola e indifesa. Sullo sfondo di una Bucarest grigia e piovosa, oltre a svelarsi un ottimo thriller che non ha bisogno di grandi rumori, fiumi di sangue o scene splatter per mantenere alta sino alla fine l’attenzione dello spettatore, Watcher ha il pregio di tenerlo incollato alla poltrona nell’attesa di scoprire se la protagonista, in quel continuo saliscendi di claustrofobia, ansia e paranoia, sia davvero perseguitata o solo suggestionata dagli eventi.