I Ferliga sono viticoltori. La loro azienda vinicola ha vissuto momenti d’oro, ma oggi naviga in cattive acque. Nella vecchia casa padronale vivono nonno Attila (Antonio Catania) con suo fratello minore zio Dante (Lillo Petrolo). C’è anche il vedovo Ezio (Pietro Sermonti), figlio di Attila, con i suoi 2 bambini Francesco ed Emanuele + il cane Mimmo.

Tutti per Uma comincia da 3 generazioni di maschi totalmente abbandonati a loro stessi, ben lungi da essere felici e senza alcuna spinta propulsiva a uscire da quei guai che sono conseguenza di anni d’incuria e sciatteria. Zio Dante non fa altro che girare video, a suo dire divertenti, da caricare online. Ezio, da che ha perso la moglie, si è dedicato anima e corpo all’apicultura ma il miele prodotto dalle sue api è sostanzialmente immangiabile.

I bambini, dal canto loro, “galleggiano” nel mondo adulto impreparati alla vita, cercando di cavarsela nel miglior modo possibile. Nonno Attila, in questo quadretto, è l’unico a occuparsi dell’azienda di famiglia; e per quanto riguarda il lato finanziario si affida in tutto e per tutto a Victor (Dino Abbrescia), vecchio amico di famiglia.

In una notte burrascosa, il piccolo Emanuele è in castigo quando gli appare una principessa (Laura Bilgeri) in fuga dal suo regno. I Ferliga accettano immediatamente di ospitarla, sebbene abbia un nome lunghissimo e impronunciabile. Nessun problema, comunque: sarà per tutti Uma (omaggio alla Uma Thurman del tarantiniano Kill Bill) e con la sua innata simpatia e quel quid di empatia porterà una ventata d’aria fresca in ognuno di loro.

La mancanza di un punto di vista femminile rischiava di annichilire tutti i Ferliga, ma lei  (prima di ripartire in sella al suo cavallo insieme all’amato Principe e ritornare nel suo regno) riuscirà a rimettere in sesto l’intero albero genealogico.

Family Comedy con un cuore da fiaba contemporanea, bizzarro mix fra Walt Disney e Oggi le comiche, Tutti per Uma segna il debutto alla regia di Susy Laude, già regista teatrale e attrice in film come Il giorno + bello, Beata ignoranza e Se mi vuoi bene.

La storia segue il proprio corso senza grandi colpi di scena, la voce narrante del Ferliga più piccolo ci accompagna lungo tutto il film e il lieto fine è scontato. Ma le gustose scenette di Lillo Petrolo e Pietro Sermonti, le risate malvagie di Dino Abbrescia e le spassose marachelle di Emanuele (novello Gianburrasca), rendono questo intreccio per ragazzi un prodotto adatto anche ai più grandi.