Diretto da Jon S. Baird, Stanlio & Ollio narra le vicende di Stan Laurel e Oliver Hardy sul finire delle loro carriere, quando raggiungono il Regno Unito per una tournée teatrale che avrebbe dovuto rilanciarli e portarli a recitare in un altro film. Steve Coogan e John C. Reilly sono i fantastici attori che riportano letteralmente in vita i 2 comici: movenze, piccoli segni distintivi e sorrisi li rendono pressochè identici agli Stanlio e Ollio che tutti noi ricordiamo e che possiamo annoverare, insieme a Charlie Chaplin e a Buster Keaton, tra i padri fondatori della slapstick comedy. Nati e diventati famosi con il cinema muto, Laurel & Hardy sono fra i pochi passaggi riusciti al sonoro. Le loro gags hanno cresciuto milioni di ragazzini (svariate generazioni, a dirla tutta) in ogni parte del globo. La loro carriera ha inizio quando vengono accoppiati per un film da Hal Roach (interpretato da Danny Houston), celeberrimo e temuto produttore della Hollywood dei primi Anni ’30. Da quel lontano 1927, con una pausa di 5 anni, hanno realizzato insieme oltre 100 pellicole. Stanlio & Ollio, impeccabile biopic, si apre con la leggendaria coppia impegnata a girare quella che verrà considerata una delle loro scene di culto: il balletto davanti al saloon del film Allegri vagabondi – I fanciulli del West. Sequenza che ci dà un assaggio delle ragioni dietro al loro divorzio, per poi farceli reincontrare nel ‘53. Siamo nell’Inghilterra del secondo dopoguerra e i 2, invecchiati ma ancora pieni d’entusiasmo, cominciano il loro tour in Gran Bretagna e Irlanda. Il produttore Bernard Delfont (Rufus Jones) li convince ad affrontare una serie di date in piccoli paesi e teatri quasi vuoti. Ogni esperienza sarà lo spunto per ricordare eventi e irresistibili gags memori di quelle cinematografiche.

Tutto cambia dopo un paio di ottime date, con teatri pieni e pubblico in visibilio, quando la coppia sbarca al Savoy Hotel di Londra con le mogli, Ida Kitaeva Laurel e Lucille Hardy (interpretate da Nina Arianda e Shirley Henderson), che hanno un enorme ascendente sui mariti e amano perfino i loro problemi e i loro difetti. Conoscono e amano, per così dire, l’intero pacchetto. In più hanno trovato un loro equilibrio in quanto consorti di un duo piuttosto ingombrante. Supportano l’uno e l’altro, ne assecondano le scelte pur tentando di correggere certe brutte abitudini che danneggiano la salute di entrambi: salute per cui Oliver Hardy è già parecchio in difficoltà. L’arrivo in Irlanda per l’epilogo della tournée con tanto di accoglienza che ben si confà a 2 stelle del cinema, segna (anche simbolicamente) la fine del loro sodalizio: Hardy si ritirerà dalle scene quasi definitivamente, mentre Laurel continuerà a scrivere fino alla morte ma non reciterà mai più con nessun altro. Stanlio & Ollio, però, non è un semplice susseguirsi di eventi: le vicende traggono spunto dal giro di spettacoli per parlare, in realtà, del rapporto che legava la coppia. 2 adulti che per diverse ragioni avrebbero potuto covare risentimento l’uno nei confronti dell’altro, hanno invece scoperto di essere legati da un amore fraterno, disinteressato, indissolubile. Conoscendosi reciprocamente a memoria, si spalleggiano quando ce n’è bisogno e si prendono costantemente in giro. Dolce, divertente e malinconico, con un mirabile lavoro di costumi, scenografie, luci, musiche e make-up, Stanlio & Ollio mette in scena alcuni degli sketch più memorabili del loro repertorio come quello del baule che cade da una scala dopo che hanno faticato tanto per farlo arrivare in cima, qui riproposto al momento dell’arrivo nella locanda dove risiederanno durante il tour. È un film, in buona sostanza, che ha il pregio di riportarci a quel periodo della nostra infanzia in cui tutto era semplice. E la cosa più difficile da fare era decidere quale gusto di gelato mangiare.

Foto: © Lucky Red