I protagonisti del film Perfetta illusione (da domani nelle sale cinematografiche), scritto e diretto da Pappi Corsicato e liberamente ispirato al romanzo Le illusioni perdute di Honoré de Balzac, sono giovani, innamorati e convolati a nozze. Toni (Giuseppe Maggio) e Paola (Margherita Vicario) vivono a Milano un’esistenza normale, ma piena di passione e di entusiasmo nell’attesa di imporsi nel mondo lavorativo. Lui sta per essere promosso alla gestione di una spa e di una piscina in una delle migliori palestre della città; lei è sul punto di aprire un negozio di calzature insieme al suo titolare. Già dai primi dialoghi, però, emergono recriminazioni e insoddisfazioni: a Toni, per esempio, piace dipingere ma i suoi quadri (che secondo Paola ingombrano l’armadio) finiscono relegati in cantina, sogni compresi.

Durante il riordino di fine turno, la sera che precede la sospirata promozione, Toni raccoglie un paio di mutandine dallo spogliatoio femminile che appartengono alla facoltosa curatrice d’arte Chiara (Carolina Sala), la quale lo scopre mentre se le sta infilando in tasca, lo denuncia e lo fa licenziare. Quel gesto, ingenuo e inconsapevole, cambierà per sempre la vita di Toni che si dimostrerà disposto a tutto pur di raggiungere il sogno di diventare un artista affermato. Costruirà un immenso castello di bugie, pronto a travolgerlo, mettendo in discussione anni d’amore e di vita insieme a Paola.

L’illusione in questa storia è ovunque: nell’illusoria percezione che i protagonisti hanno di loro stessi; nell’illusione dell’amore vero (direi più passione che altro) che messo alla prova sa tanto di manipolazione e di opportunismo; nell’illusione di poter essere quell’uno speciale destinato a cambiare il mondo; nell’illusione dell’arte, dove ha poca importanza il talento rispetto alle frequentazioni e agli ingannevoli comportamenti.

Oltre a concentrarsi sui volti, Pappi Corsicato fa un uso ripetuto (anche fin troppo) di piani fuori fuoco per aiutarci a entrare in questa storia, che vede l’illusione e la realtà alternarsi e fondersi fino alla sorpresa finale. Sullo sfondo, una Milano piena di grattaceli, fredda e respingente, che fa da (triste) cartolina alle pulsioni dei 3 protagonisti.