Babylon è tra i film più attesi della stagione. Ma si sa: quando Hollywood racconta Hollywood, il successo è quasi sempre garantito. La regia di Damien Chazelle, già campione d’incassi con La La Land, trasporta Brad Pitt, Margot Robbie, Diego Calva e Jovan Adepo nella Hollywood anni 20 del ‘900. Nel 1926, infatti, il cinema si prepara a passare dal muto al sonoro. Come dire: a Los Angeles tutto sta per cambiare.

Jack Conrad (Brad Pitt) è la punta di diamante dei silent movies marchiati MGM: con oltre 80 pellicole all’attivo, è lui ad assicurare alla major incassi e successi. Manny Torres (Diego Calva), è invece il factotum d’origini messicane; Nellie LaRoy (Margot Robbie) la disinibita ragazza del New Jersey che vuole diventare star; Sidney Palmer (Jovan Adepo) il talentuoso trombettista di colore. 3 giovani assai diversi fra loro, ma legati dall’ambizione e dalla voglia di emergere nel rutilante mondo del cinema.

Brad Pitt

Tutto ha inizio da un Hollywood Party che farebbe impallidire lo chic Mr. Gatsby ma anche il Mr. Belfort di Wall Street, evidentemente più sobrio. Dentro la festa c’è di tutto: fenomeni da baraccone, animali esotici, droghe, alcolici d’ogni genere, fluidi corporei e tanto, tanto sesso. Sembra un sogno, o un incubo: dipende da come lo si vive. Ed è qui che s’incrociano le vite dei protagonisti: Manny (Manuel suona troppo messicano per LA) e Nellie (che per attirare l’attenzione ha cambiato il suo cognome con il francese LaRoy) sono squattrinati e ambiziosi. Lui vuol fare il produttore cinematografico, lei l’attrice.

Sidney, invece, suona la tromba nella jazz band che accompagna la festa, durante la quale l’overdose di una giovane attrice e l’ubriachezza di Jack saranno il volano delle carriere di tutti e 3: Nellie viene chiamata a sostituire l’attrice in fin di vita mentre Manny diventa l’ombra di Jack, seguendolo sul set dove potrà farsi notare da registi e produttori.

Margot Robbie

Da qui in avanti sarà un continuo saliscendi di emozioni e di sensazioni, in quel mondo nel quale morire sul set non fa alcuna differenza; dove ogni desiderio viene portato all’estremo; dove l’unica cosa che conta è la soddisfazione personale. Sebbene Los Angeles sembri un postaccio triste e desolato, vedere la LA sotterranea è ancora peggio: un girone infernale che ha il vizio di tenere al guinzaglio individui con malformazioni di vario genere. Non c’è pudore né rispetto nella strabiliante, rumorosa, caotica, febbricitante Babylon di Chazelle.

Tutto, poi, è caos. E nulla sembra poter essere regolato da normali leggi, perchè Hollywood è un universo parallelo dove ogni cosa è possibile, sia su pellicola che nella realtà. E che il linguaggio sia scurrile e politically uncorrect, lo dimostrano rabbiose affermazioni come ebreo di merda, negro, naso adunco, frocio. Se infatti quel cinema era eccessivo fuori dallo schermo, questo si appunta ogni eccesso come una medaglia sul petto per farne sfoggio sul grande schermo.

Troppo di tutto eppure da non perdere, Babylon è lo scorcio di una Hollywood che ha saputo evolversi col trascorrere del tempo, lasciandoci in eredità personaggi e film che ormai ci appartengono. E se note di merito vanno ai costumi e alla fotografia, un ringraziamento particolare va alla grande musica (Fame di David Bowie inclusa) che ci accompagna nelle 3 ore e passa della storia, ovvero il jazz che all’epoca andava per la maggiore. Grazie all’avvento del sonoro.