6 maggio 1971. Milena Sutter, figlia 13enne dell’industriale svizzero, genovese d’adozione Arturo Sutter, viene rapita all’uscita da scuola, strangolata e quindi gettata in mare. Il 21 maggio, a poche ore dal ritrovamento del corpo sulla spiaggia di Priaruggia, a meno di un chilometro da Genova Quarto, viene arrestato Lorenzo Bozano. 25 anni, figlio della buona borghesia genovese ma ripudiato dal padre, passato alla storia come “il biondino della spider rossa” per via della sua Alfa Romeo Giulietta Sprint ammaccata, sognava l’occasione che gli avrebbe consentito di svoltare dalla grigia quotidianità: rapire la figlia di un imprenditore, eliminarla e nel frattempo chiedere il riscatto.
La vicenda che ha segnato la storia di un’epoca sconvolgendo un Italia al debutto degli anni di piombo, viene raccontata da Graziano Cetara, cronista del quotidiano Il Secolo XIX, nel libro Milena Sutter – Verità e misteri sul delitto del biondino della spider rossa (Minerva Edizioni, 328 pagine, € 23).
Attraverso pagine inedite tratte dal diario di Milena e le dichiarazioni, dopo 50 di silenzio, della madre Flora e del fratello Aldo, il giornalista ricostruisce con testimonianze e documenti i fatti che la condussero alla morte.
«Tutti, senza alcuna distinzione di ceto sociale, cominciammo a vivere nell’incubo della famiglia Sutter», tiene a sottolineare Cetara. «La strada (anche solo il tragitto fra casa e scuola) era diventata una foresta buia piena di minacce. Nessuno poteva sentirsi al riparo».
Il giornalista Graziano Cetara
Vengono così riannodati i fili della memoria e rievocata la tormentata biografia dell’assassino, morto il 30 giugno 2021, a 76 anni, mentre in libertà vigilata nuotava nel mare dell’Isola d’Elba. Utilizzando le testimonianze e gli indizi che contribuirono alla condanna all’ergastolo di Bozano, con foto inedite dal fascicolo d’inchiesta e istantanee in bianco e nero dei migliori fotoreporter di quegli anni, l’autore compone il quadro di una vicenda che nessuno è mai riuscito a dimenticare.
«Questo libro andava scritto, poiché non c’è fatto distante nel tempo ma radicato nella coscienza che non valga la pena di esplorare nuovamente, magari con occhi diversi e una visione più approfondita, perché abbiamo bisogno di risposte», conclude Graziano Cetara. «E le risposte esistono nell’analisi dei fatti di cui la nostra società è figlia. E nell’umanità delle persone, che troppo spesso passa in secondo piano quando ci prende la sete di mistero. Lo dovevamo prima di tutto a lei, la vittima, Milena Sutter».