Tratto dal romanzo Napoli Ferrovia di Ermanno Rea (2007), diretto e interpretato da Marco D’Amore, Caracas oscilla fra la realtà e il sogno dentro una Napoli che è la vera protagonista.

Giordano Fonte (Toni Servillo) è un noto romanziere partenopeo che per molto tempo ha vissuto all’estero. Quando ritorna nel capoluogo campano per annunciare il suo addio alla parola scritta, si ritrova a vagare in una metropoli che lo inghiotte, che fatica a riconoscere, a comprendere ma che lo attrae come un potente magnete. Nel suo cammino incrocia Caracas (Marco D’Amore) che milita nell’estrema destra e sta per convertirsi all’Islam. Figlio di nessuno, fuggito dall’orfanotrofio, cresciuto a risse, Duce e antisemitismo, frequenta un gruppo di naziskin che trascorre le serate fra blitz punitivi nei quartieri africani ed esperienze estreme.

Contro ogni pronostico, Caracas è innamorato di Yasmina (la bravissima Lina Camélia Lumbroso), ragazza musulmana dipendente dall’eroina. Il suo sentimento lo spingerà, alla ricerca di una famiglia che lo accolga, a convertirsi indirizzando la propria vita su percorsi che ignorava. Giordano Fonte si ritrova così a “cantare ” l’amore impossibile della coppia e l’esistenza di chi ruota attorno al Lavinaio, il crogiuolo di mondi che corre accanto ai binari della ferrovia, il melting pot di religioni, culture e fede politica da favela o da banlieue. Caracas è come se fosse il Cristo di quella ferrovia, l’ultimo fra gli ultimi. Fra quei vicoli rumorosi e sporchi, la sua Napoli è simile a una Gotham City cupa e piovosa, abbandonata e sfatta, abusata e sfrontata.

© Marco Ghidelli

Il personaggio di Caracas è ispirato a un uomo realmente esistito: un militante dell’estrema destra sul punto di convertirsi. Fascismo e Islam riescono a convivere in lui perché sono filosofie di vita che rendono l’individuo parte di un gruppo facendolo sentire meno solo. E lui, solo, lo è per davvero. Dapprima cerca la propria collocazione nell’ideologia fascista, poi nella spiritualità e infine nell’amore, come fa Giordano Fonte incrociando i suoi personaggi.

Pur narrando l’ennesima versione di una Napoli ormai documentata più di Beverly Hills con il suo miscuglio di persone, di linguaggi e quel suo essere sogno e incubo, Marco D’amore è riuscito con questo film a prendere le distanze da L’immortale, il midquel/spin-off di Gomorra – La serie da lui girato nel 2019. In più, la fotografia e la musica contribuiscono a rendere Caracas ancora più bello.