Nei 100 anni dalla nascita di Marcello Mastroianni (1924-1996), il film franco-italiano diretto da Christophe Honoré, girato fra Parigi, Roma e Formia e presentato in concorso al 77° Festival di Cannes è il miglior omaggio possibile al grande attore. A rivolgerlo amorevolmente fin dal titolo, Marcello mio, è la figlia Chiara che nella trama, vittima di una profonda crisi d’identità, decide di far rivivere suo padre attraverso sé stessa.

Dopo una vita trascorsa a sentirsi ripetere quanto assomiglia a mamma Catherine (Deneuve) e a papà Marcello (Mastroianni), la 52enne Chiara vorrebbe solo essere riconosciuta per quello che è, indipendentemente dai suoi genitori. Una mattina, risvegliatasi da un sogno particolarmente vivido, va in bagno per lavarsi i denti e nel riflesso dello specchio vede suo padre. Dopo aver raccontato tutto alla madre, va ad un provino per affiancare Fabrice Luchini in un prossimo film e la regista, Nicola Garcia, le chiede di recitare più come Marcello e meno come Catherine. Insomma, al termine di quella giornata assurda Chiara continua a vedersi solo come il riflesso di qualcun altro. E decide di dar vita a quel riflesso.

Prende dunque a vestirsi, a parlare e a muoversi come papà (cui somiglia moltissimo) arrivando a farsi chiamare “Marcello” da amici e parenti. Alla delirante situazione, infatti, prende parte anche chi è entrato realmente nella vita di Chiara: come Melvil Poupaud, Benjamin Biolay e Stefania Sandrelli che nel film interpretano versioni in parte reali, in parte fittizie di loro stessi. Questa sorta di vita romanzata, ci scorre davanti agli occhi insieme a una Parigi carica di riferimenti al cinema e al Mastroianni francese; a una Roma un po’ cinica e facilona; al mare di Formia, catarsi di tutti i sentimenti.

In Marcello mio, pellicola bella e leggera che sa farci sorridere fra dolcezza e nostalgia, Chiara Mastroianni dialoga “con ” e “per ” suo padre: non solo ripercorrendone le tappe professionali e personali, ma provando finalmente a capire l’uomo che tanto l’ha segnata dandole amore, gioia, ma anche malinconia. Un uomo comunque indimenticabile, che dopo quel sogno rivive nel corpo e nelle movenze dell’amata figlia.