Nel 1979 il film-maker australiano George Miller dirige Interceptor, il 1° film della serie Mad Max che mai era stata pensata come tale dal suo ideatore, che oggi dichiara: «Non si può concretamente mettere insieme una cronologia dei film di Mad Max. Sono tutte pellicole indipendenti fra loro in tanti modi diversi».
Anya Taylor-Joy
45 anni dopo ecco Furiosa: A Mad Max Saga, nuovo e travolgente capitolo del media franchise che si concentra sulla vita dell’Imperatrice, che già avevamo conosciuto nel 2015 in Mad Max: Fury Road. Accanto a Furiosa (Anya Taylor-Joy) c’è Dementus (Chris Hemsworth) con il suo esercito di motociclisti psicopatici.
Il mondo post apocalittico nucleare sta cadendo a pezzi, acqua e benzina sono le risorse più preziose e gli esseri umani sono sempre più simili a bestie. Furiosa vive in pace con sua mamma nel Luogo Verde delle Molte Madri, una specie di Paradiso Terrestre attrezzato con fonti d’energia sostenibile (pannelli solari e pale eoliche) per sopravvivere in totale autonomìa. Senonchè un giorno, iniziato come gli altri, si rivela per Furiosa orribilmente indimenticabile.
Un manipolo di motociclisti dall’aria per nulla raccomandabile sta infatti trafficando nei pressi del Luogo Verde e lei è ben consapevole di doverli allontanare il più possibile da casa. Viene però catturata e consegnata a Dementus, Signore della Guerra, il quale incredibilmente non solo la protegge dai suoi soldati ma la porta con sé nelle scorrerie lungo le Terre Desolate.
Aspettando il momento opportuno per sfuggire a quell’orda di centauri e fare ritorno dal suo popolo, Furiosa affronta molteplici sfide (incrociando anche le strade di Immortan Joe e dei suoi figli) e diventa un’esperta guidatrice e costruttrice di mezzi da trasporto adatti alla Fury Road.
Chris Hemsworth
Se le scenografie di Colin Gibson e i costumi Jenny Beavan sono notevoli, le scene d’azione rappresentano il must di questo lungometraggio. Il che significa che i migliori dialoghi sono quelli dei motori, che urlano e strepitano su ogni mezzo venga messo a loro disposizione.
Il mondo distopico immaginato da George Miller ci sembra sempre meno lontano e i personaggi che lo popolano vuoti e intensi al tempo stesso: non c’è alcuna traccia d’empatìa, solo un profondissimo e intenso desiderio di sopravvivere e imporsi sugli altri. E scontro dopo scontro, battaglia dopo battaglia, assistiamo alla crescita di Furiosa, che nel nome ha nascosto il proprio destino.