È un modo di dire tipicamente americano, “May-December ”, che sta a indicare una relazione clandestina dove nella coppia c’è un’evidente differenza d’età. Diretto da Todd Haynes e scritto da Samy Burch, May December è ispirato al fatto di cronaca che nel 1997 sconvolse l’America, quando l’insegnante 37enne Mary Kay Letourneau venne scoperta a flirtare con il 13enne Vili Fualaau. Dopo vari procedimenti giudiziari e periodi di detenzione a cui la Letourneau fu condannata, Fualaau divenne suo marito.

Natalie Portman e Julianne Moore

La trama. Elizabeth (Natalie Portman) è un’attrice di successo chiamata a indossare i panni di Gracie Atherton-Yoo (Julianne Moore), agli onori della cronaca 20 anni prima per via di una scandalosa relazione con Joe Yoo (Charles Melton), l’adolescente di origini coreane che avrebbe dovuto aiutarla in negozio. Ben decisa a lasciare il marito e il figlio e ad affrontare le conseguenze legali del suo gesto, Gracie si è costruita una nuova vita insieme a lui, che sta per dargli una figlia.

La coppia ha in più 2 gemelli e conduce a Savannah un’esistenza all’apparenza tranquilla, ma l’arrivo di Elizabeth sarà causa di tensioni e di riflessioni. Gracie, infatti, è abilissima a sfoggiare il suo miglior sorriso ogni volta che deve rapportarsi con altre persone fingendo che la sua esistenza sia del tutto normale; e cucinare torte per gli amici sembra scandire la sua routine quotidiana.

Charles Melton

Joe, dal canto suo, non ha mai vissuto la giovinezza ritrovandosi padre senza aver mai imparato a essere figlio. Gracie lo comanda a bacchetta trattandolo come un bambino, salvo utilizzarlo come valvola di sfogo ai suoi problemi. Ed è qui che si inserisce Elizabeth. L’attrice, infatti, si intrattiene per qualche giorno a casa della coppia allo scopo di “entrare nel personaggio ”, mettendosi oltretutto in contatto con chi questa storia l’ha vissuta: il primo marito e il figlio, l’avvocato di Gracie e soprattutto Joe.

Se gli attori sono tutti bravissimi a lasciar trasparire le fragilità dei vari personaggi, con la sua regia Todd Haynes è riuscito, oscillando fra il melodramma e il thriller, a mantenersi costantemente sul filo del rasoio senza cedere alla tentazione del giudizio ma insistendo, semmai, sui precari equilibri psicologici della collettività.