Violaine Giacomotto-Charra e Sylvie Nony, 2 studiose francesi, una specialista in storia della conoscenza e letteratura rinascimentale, l’altra in scienze fisiche, si sono messe insieme per condurre questa rigorosa ricerca sulle origini e l’evoluzione di un mito duro a morire: quello della Terra piatta. Così è nato La Terra piatta. Genealogia di un malinteso (Il Mulino, 224 pagine, € 20) volume che nonostante qualche ripetizione e prolissità si rivela prezioso per chiunque si chieda com’è nata questa ridicola credenza e perché ha tanto successo anche oggi.

In realtà la Terra sferica era già una certezza per la maggioranza dei grandi filosofi-scienziati greci presocratici: come Anassimandro o Pitagora, dal V° secolo avanti Cristo; e la stessa certezza apparteneva a Platone e ad Aristotele; nel II° secolo, nel trattato La misurazione della Terra, Eratostene descrive dettagliatamente il suo metodo per determinare il raggio della sfera terrestre, ma pare che non sia neppure il primo ad affrontare calcoli tanto arditi. Ma allora il terrapiattismo è un prodotto esclusivo di menti religiose? Beh, non proprio! Neanche la Bibbia teorizza una Terra piatta… E neppure i primi padri della Chiesa cristiana (salvo Lattanzio e poche altre eccezioni) pretendono nei primi secoli dopo Cristo di contraddire ciò che davano per certo autorità come Aristotele o Tolomeo, i quali non avevano ancora chiaro il moto dei pianeti ma non avevano alcun dubbio sulla sfericità.

A questo punto il lettore, forse anche confuso dalla strabordante messe di dotte informazioni su tempi così lontani e su opere difficilmente rintracciabili, comincia a barcollare come un pugile suonato. Nel frattempo arrivano le invasioni barbariche: un‘intera civiltà (la greco-romana) viene quasi cancellata e ben poco resta a disposizione degli studiosi europei. Si riparte da zero? Non proprio, grazie soprattutto alla scienza degli arabi, che nel periodo del massimo splendore tramanda e sviluppa i saperi matematici, geografici e astronomici degli antichi greci. Dal IX° al XII° secolo sono state le grandi città dell’impero arabo (da Bagdad a Granada) a illuminare il mondo mediterraneo, mentre l’Europa cristiana sembrava aver innestato la retromarcia. Forse per questo in troppi pensano che il terrapiattismo sia prosperato in quei tempi. Ma è un errore grossolano: nessuno dei grandi pensatori medievali (da Tommaso d’Aquino a Ruggero Bacone) era terrapiattista; e anche un poeta come Dante Alighieri non avrebbe potuto immaginare quello straordinario aldilà senza credere nella sfericità della Terra. Povero Medioevo! Così buio, lontano e oscurantista… Ma davvero tutte le colpe sono sue?

Il primo mappamondo della Storia

Le 2 autrici di questo volume ricordano il Medioevo “tristemente caricaturato ” nel film di Jean-Jacques Annaud, Il nome della rosa, mentre tale caricatura è totalmente assente nel romanzo di Umberto Eco. Certo la Chiesa medievale ha commesso i suoi errori e i suoi orrori (crociate comprese); ma i testi scientifici, per quanto approssimativi e destinati esclusivamente a un pubblico còlto, così come i documenti cartografici, si fondavano su una rappresentazione del globo terraqueo che non lascia dubbi. Ovviamente non è detto che il popolo analfabeta avesse anch’esso le idee chiare sulla sfericità; ma è probabile che non si ponesse il problema e pensasse solo a cavare dalla Madre Terra il necessario per sopravvivere.

Ricordo comunque una mia zia molto religiosa che un giorno si era rivolta a me, appena adolescente, con la classica frase “tu che studi tanto ” (una falsità clamorosa!) e mi aveva chiesto “davvero la Terra è rotonda, ma come fanno quelli là sotto a non cadere? ”. Io avevo cercato nel pozzo della mia ignoranza qualche spiegazione sulla legge di gravità, sul moto dei pianeti e poi su Cristoforo Colombo che aveva scoperto l’America circumnavigando l’Atlantico. Non credo di averla convinta… E me ne vergogno parecchio. Ma non mi sento d’incolpare la Chiesa o il Medioevo.

Cristoforo Colombo
(1451-1506)

Eccoci dunque a Colombo: un simpatico genovese, esperto navigatore, avventuriero senza scrupoli, trasformato dal biografo americano Washington Irving in un eroe della scienza e del libero pensiero. La falsificazione è palese e oltrepassa i limiti dell’assurdo quando l’autore racconta che combattè una strenua battaglia contro i saggi del Consiglio di Salamanca sulla sfericità del nostro pianeta. Ma quei potenti consiglieri non erano affatto terrapiattisti; erano solo convinti che l’impresa di Colombo fosse irrealizzabile e che non avrebbe mai potuto raggiungere le Indie. I loro calcoli erano giusti e lui non sarebbe mai tornato se nel bel mezzo non avesse trovato il continente americano.

Anche su Galileo Galilei sarebbe sorto un simile equivoco. Infatti il processo allo scienziato da parte della Chiesa non riguardava il problema della sfericità. Quello che il potere ecclesiastico non poteva digerire era che la Terra non fosse il centro del mondo e che si muovesse intorno al Sole come gli altri pianeti. Eppure nella cultura popolare persiste ancora la credenza che sia stato Galileo a scoprire la sfericità. Di equivoco in equivoco, di confusione in confusione, si arriva oggi a un Ministro della Cultura che sostiene che Colombo avrebbe circumnavigato la Terra sulla base delle teorie di Galileo, che ha vissuto circa 2 secoli dopo.

Galileo Galilei
(1564-1642)

Allora dove e quando ha preso forma il mito terrapiattista? Pochi anni dopo la pubblicazione della biografia di Irving (1828) uno studioso francese, Antoine Roselly de Lorgues, fervente cattolico, scrisse un’altra storia di Colombo, altrettanto romanzata, dove il grande navigatore diventava un “eroe della Provvidenza ”. Le 2 mitologie hanno dato vita a una serie di scontri ideologici fra scienziati anticlericali e fanatici religiosi, che non ha fatto bene a nessuna delle 2 parti. Tutto ciò è servito solo a far crescere la confusione tra la questione della sfericità e quella del movimento del pianeta; ad alimentare le falsità intorno a figure storiche come Colombo e Galileo e nuove fratture tra opposti integralismi. Dal 900 fino ai tempi presenti, alcune opere letterarie, manuali scolastici, cinema, tv e infine la potenza della Rete, hanno contribuito ad alimentare queste fratture, moltiplicando ovunque (ma soprattutto in America) comunità di fanatici terrapiattisti che persi nel mare della loro ignoranza spesso si mescolano con i cosiddetti complottisti.

Dopo questa lettura, se ripenso a quell’adolescente che tentava di spiegare all’anziana zia i misteri del cosmo, mi vergogno un po’ meno di prima: oggi il nostro mondo mi sembra pieno di esempi ben più clamorosi di pigrizia intellettuale. Umberto Eco, a proposito delle rappresentazioni simboliche della sfera, sosteneva con il suo ineffabile umorismo che basta un poco di buona volontà per capire che un cerchio, su un’illustrazione o una carta, può rappresentare una sfera. Lo hanno sempre capito anche i naviganti più incolti, fin dai tempi di Ulisse.