Nel rivoluzionario gruppo Fluxus, nato nel 1962 da un’idea e così chiamato dall’artista e architetto George Maciunas (1931-1978), ha militato un italiano che di certo contribuì non poco a farne la storia: il musicista, pianista e artista concettuale Giuseppe Chiari (1926-2007) che la VideotecaGAM omaggia con 2 video da lui stesso realizzati nel 1973 e 1974 negli studi Art/Tapes 22 di Firenze, intitolati Kunst ist einfach (L’arte è facile) e Spoleto Concert. Nel 1° filmato vengono riprese con una telecamera fissa le 3 parole che compongono il titolo, che Chiari ha scritto singolarmente a caratteri maiuscoli su grandi fogli bianchi. Titolo dove è riassunto il succo dell’opera concepita dal compositore fiorentino: “L’arte è facile”, “La musica è facile”, “L’arte è una piccola cosa” sono infatti fulminee, frequenti affermazioni che vogliono far capire come ogni gesto, segno, rumore possa meritarsi la definizione di arte.

A partire dagli anni 50, Giuseppe Chiari intraprende un iter musicale alternativo a quell’armonia che nel corso dei secoli coltivava il sogno della perfezione e del farsi immagine terrena dell’inaudibile musica delle sfere celesti, ripensandola a partire dalla libertà del caos che echeggia e vibra senza alcuna gerarchia, architettura, ordine. Ecco, allora, che l’attenzione si sposta dagli strumenti tradizionali alla possibilità di produrre suoni con oggetti comuni, materiali e sostanze come vetro, carta, acqua. Per suonare le stanze e le città, Chiari immagina partiture per il traffico automobilistico.

Quando invece esegue la propria musica al pianoforte nel video Spoleto Concert, la sua tecnica si concede ogni gesto possibile. Sicchè i tasti bianchi e neri si riducono a un semplice sfondo visivo, mentre le sue mani si librano nell’aria. «L’uomo non conosce l’esistenza dei tasti», era la sua convinzione. «Per lui la tastiera è una lunga striscia bianca, ma ha capito che le sue mani e le sue braccia possono lasciare un’impronta sulla tastiera come sulla sabbia».

Accanto ai 2 video è in mostra La musica è facile, realizzata nel 1972 e presentata alla Galleria Martano di Torino nel 1976. L’opera è composta da 15 grandi fogli su cui Chiari ha scritto una delle altrettante lettere che compongono la frase. Tracciati con gesto continuo, i caratteri paiono idealmente unire la fluida gestualità calligrafica giapponese con la consapevolezza che il suono del pennello che scivola sulla carta sia parte della musica totale. Quei fogli, infatti, rappresentano al tempo stesso lo spazio della parola, del disegno, del suono. Completano l’esposizione alcuni libri d’artista, particolarmente rari, che sono parte del Fondo Giorgio Maffei realizzato dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT.

Giuseppe Chiari in VideotecaGAM
Fino al 27 settembre 2020, VideotecaGAM, via Magenta 31, Torino