Presentato al Taormina Film Fest 2022, diretto da Marco Spagnoli su soggetto suo e di Stefano Senardi, il docufilm Franco Battiato – La Voce del Padrone (dal 28 novembre al 4 dicembre solo al cinema) è un viaggio nella musica e nella vita del grande cantautore siciliano (1945-2021) attraverso le esibizioni più significative e i racconti di testimoni d’eccezione che ci restituiscono la sua storia e la sua personalità.

Ad accompagnarci è proprio Senardi, produttore discografico fra i più grandi e caro amico di Battiato, che parte da Milano per raggiungere la casa del Maestro in quel di Milo, alle pendici dell’Etna, nell’amata Sicilia. Durante il viaggio, spesso commosso e visibilmente coinvolto, ha modo di incontrare varie persone: ognuna con un ricordo, con un’esperienza, con un sorriso per l’uomo e per l’artista dalla carriera straordinariamente prolifica ed eclettica.

«Franco Battiato è stato e rimarrà un artista unico da tanti punti di vista», tiene a precisare Marco Spagnoli, «che la presenza di Stefano Senardi aiuta ad inquadrare sotto diversi aspetti: umano, artistico, amicale, intimo».

Il regista Marco Spagnoli

Ecco le interviste ad Alice, Nanni Moretti, Willem Dafoe, Oliviero Toscani, Caterina Caselli, Mara Maionchi, Morgan, Carmen Consoli, Vincenzo Mollica, Francesco Messina, Roberto Masotti, Alberto Radius, Carlo Guaitoli e ad altri ancora che lo conoscevano bene. Riusciamo così a intravedere uno spaccato del genio battiatiano, della sua musica, della sua filosofia di vita. Ogni ricordo sollecita l’intervistato a una riflessione che riesce a metterne in luce qualità e difetti. Insieme alle interviste, immagini di repertorio di un Battiato giovanissimo e intimidito con i giornalisti, ma già sicuro e determinato riguardo a ciò che sarà il suo progetto musicale.

Il film, come da titolo, prende in esame anzitutto La Voce del Padrone del 1981, album che l’ha fatto conoscere al grande pubblico rendendolo un mito. Ascoltando il disco, comprendiamo la genesi che ha portato alla realizzazione di brani iconici come Centro di gravità permanente, Bandiera bianca e Cuccurucucù; quindi proseguiamo con gli anni della sperimentazione, con le collaborazioni e con le grandi esibizioni orchestrali.

Stefano Senardi con Morgan
© Vittorio La Fata

Pur di raggiungere i propri obiettivi, Battiato si è preso fin da giovane i suoi tempi e i suoi spazi. Quasi folle nello strutturare certi testi e certe melodie, aveva ben chiare le sue priorità. Molto centrato su se stesso, inarrestabile, curioso, sempre pronto ad affrontare nuove sfide, si è dedicato con profitto anche alla pittura.

In questo racconto ben bilanciato fra arte e memoria, non solo viene omaggiata la vicenda del musicista ma celebrata l’eredità morale ed estetica di colui che ha fatto cantare all’Italia intera testi apparentemente assurdi, che ci hanno reso per molti versi persone migliori. È bello aver condiviso un pezzo di strada con Franco Battiato, che solo la parola “genio” è in grado di narrare.