La serie televisiva che ci ha accompagnati dal 1965 al 1971. Il famoso cartone animato giapponese del 1981. La trilogia che dal 2013 al 2018 ha riscosso un grande successo al botteghino. Tratti dal romanzo di Cécile Aubry ambientato nella seconda guerra mondiale con protagonista il piccolo orfano Sebastien, sono stati parecchi gli adattamenti cinematografici di Belle & Sebastien.

Ma in questo reboot intitolato Belle & Sebastien – Next Generation (sugli schermi dal 17 novembre) il regista Pierre Coré ha deciso di modificare totalmente il tempo della storia: siamo ai giorni nostri e i 2 amici non dovranno vedersela coi tedeschi dell’ultimo conflitto mondiale bensì con la meschinità degli esseri umani. Il film, in più, gode del patrocinio dell’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali), la più antica e importante associazione protezionistica d’Italia che svolge la propria attività per la tutela e il benessere degli animali.

Sebastien (Robinson Mensah Rouanet) ha compiuto 10 anni ed è un ragazzino di città, con genitori separati e pomeriggi fin troppo liberi. Ha uno spiccato senso di giustizia, ma è ancora troppo giovane per valutare le conseguenze delle sue azioni. A causa di ciò, si mette spesso nei guai ritrovandosi a dover trascorrere controvoglia l’estate in montagna con la nonna e le sue capre. Belle, il cane da montagna dei Pirenei, è una femmina enorme e bianchissima. Ha fama di essere pericolosa e imprevedibile, perciò viene tenuta al guinzaglio o rinchiusa in gabbia.

Il loro primo incontro è ovviamente traumatico. Una triste scoperta, però, li avvicinerà rendendoli inseparabili. Sebastien scoprirà di avere molto in comune con Belle e presto saranno la forza l’uno dell’altro. Entrambi vengono spesso giudicati non sulla base di ciò che fanno, ma per gli effetti (non sempre felici) delle loro azioni.

L’estate di Sebastien prende una piega che neppure lui credeva possibile: riescono a sventare un complotto e a riavvicinare la famiglia riportando la serenità nel mondo del giovane Seb.

I temi trattati, come potrete immaginare, sono diversi rispetto all’originale. C’è il senso di giustizia tipico dell’infanzia ma anche il bullismo, la violenza sugli animali, le difficoltà nel gestire i rapporti umani. Va sottolineato, comunque, che i buoni sentimenti del libro della Aubry sono stati mantenuti: il film è un ottimo prodotto per le famiglie con una trama lineare, senza troppe sorprese e con un dolce lieto fine. Le riprese nella natura, poi, valgono da sole il prezzo del biglietto: vedere la macchia bianca di Belle che corre nel verde delle montagne francesi trasmette una sensazione di pace e di libertà. Insomma, viva viva i nostri eroi, viva Belle e Sebastien!