Su Andy Warhol (1928-1987) ci è toccato e ci toccherà leggere fin troppi libri. E tanti, improvvisati autori che hanno avuto la fortuna di approcciarlo gli hanno reso omaggio post mortem. Detto ciò, Superstar è un volume da non perdere: sia per i fan del Pope of Pop Art, sia per gli appassionati di quell’arte cosiddetta popular. È il racconto fotografico e testuale (vedi gli stuzzicanti estratti dalla Filosofia di Andy Warhol, 1975) di vita, amori e ossessioni dell’artista con la parrucca platinata. Wayne Koestenbaum, per cominciare, ci racconta nell’introduzione intitolata Andy Paperbag il mondo e i protagonisti della sua vita: apparentemente vicina agli eccessi, in realtà voyeuristica. “Voyeur o meno”, scrive, “Warhol era lacerato tra pudicizia e spacconeria. In effetti, come molti della sua gang, amava ostentare e nascondere. Cercava gente che esibisse, che effondesse la propria sensualità attraverso monologhi e non richieste intimità”.

Poi ci sono gli scatti d’autore: dal cereo ritratto in copertina scattato da Robert Mapplethorpe nel 1986, alle facce e ai protagonisti dell’Art & Glamour di New York: Jean-Michel Basquiat, Keith Haring, Madonna, Bob Rauschenberg, Salvador Dalí, Jasper Johns, Lou Reed, Nico, Marcel Duchamp, Mick Jagger, John Lennon, Liza Minnelli, Giorgio Armani, Gianni Versace, Lady Diana… E potrei proseguire per altre, innumerevoli pagine piene zeppe di nomi e cognomi, perchè Drella non si fece mai mancare nulla ma proprio nulla: benediceva il glamour e i suoi mattatori; l’America e in particolare la Big Apple; gli altri (e li fotografò più o meno tutti); i party; la musica (dei Velvet Underground); il cinema (Chelsea Hotel); i mondi borderline (drag queen e  il gayo universo di Manhattan); l’arte (nel suo appartamento, dopo la morte avvenuta il 22 febbraio 1987 trovarono persino un paio di statue del Canova); viaggiare (dalla Cina fino all’Italia, in compagnia dell’amico/fotografo Christopher Makos); farsi vedere; partecipare a ogni qualsivoglia evento pur che fosse mondano.

Diffidate dai superficialoni che lo liquidano come un volgare pubblicitario che non sapeva fare altro se non stampare foto su tela. Certo, su Andy Warhol ne abbiamo sentite di cotte e di crude e si sono dette e scritte valanghe di cose, utili e inutili. Ma se amate davvero l’arte e vi state avvicinando all’ennesimo poster di Marilyn in un bar un po’ squallido e semiperiferico della vostra città, fate onore al barista e raccontategli qualcosa d’interessante mentre state aspettando il vostro espresso quotidiano. Buona lettura. Anzi. Buona visione.

Andy Warhol Superstar, Abscondita, Collana Mnemosyne, 220 pagine, € 30

Foto: Andy Warhol, Dollar Sign, 1982