Ogni volta che Iggy Pop “si dà” altruisticamente agli altri (meglio: “dà via” il proprio genio per una buona causa) si materializzano collaborazioni e suoni destinati al’eternità: vedi l’Iguana di Risky con Ryuichi Sakamoto; quello della porteriana Well, Did You Evah! con Deborah Harry; quello delle colonne sonore di Repo Man, Arizona Dream (con Goran Bregović) e Gold (la title track, con felpata eleganza da crooner). E l’Iggy di Preliminaires, avvinghiato alle elucubrazioni letterarie di Michel Houellebecq? Vogliamo dimenticarlo?
Non sfugge alla regola Teatime Dub Encounters, Ep di 4 pezzi architettato con gli electro britannici Underworld (Karl Hyde e Rick Smith). Ma prima i fatti (nel senso di accadimenti, non di stupefacenti). Gli Underworld stanno pensando alla colonna sonora di T2 Trainspotting, quando Rick Smith decide d’incontrare Iggy Pop al Savoy Hotel di Londra per discutere di un’eventuale collaborazione per il film diretto da Danny Boyle. «Sapevo di avere una sola carta da giocarmi per convincerlo a lavorare insieme», ricorda Rick. «Mi sono quindi presentato con metà del mio studio di registrazione, ho prenotato una camera, montato il tutto e atteso Iggy comodamente seduto in poltrona». Iggy, dal canto suo, precisa: «Quando ti trovi davanti una persona che ha allestito uno studio in albergo, Danny Boyle in diretta Skype, un microfono e 30 pezzi di musica doc, non fai certo lo smidollato e accetti la proposta…».
Sicchè Teatime Dub Encounters sboccia da una serie di session clandestine che iniziano nel 2016, qualche settimana dopo la pubblicazione dei rispettivi dischi: Barbara Barbara We Face A Shining Future per gli Underworld e Post Pop Depression per Iggy Pop. Morale: niente brani per T2 Trainspotting ma 4 collisioni di pezzi in perenne movimento fra canti, recitati e parolibere: come quelle declamate da Iggy sulla superficie increspata di Bells & Circles (fra ubriacanti beat elettronici e un ritornello che sembra uscire dal repertorio dei Talking Heads) ripensando a un’hostess e a una sniffata di cocaina sul volo New York-Washington (“Se avessi le ali non farei nulla di bello o sublime / No, metterei le mani su tutto ciò che voglio” … “Ho fatto un errore di valutazione, l’hostess era meglio della coca”).
Trapped, invece, nel suo incrocio di algido technopop e rockabilly alla Suicide vede un’Iguana allo stato brado perfettamente a suo agio fra urla, schiamazzi e intonazioni alla Elvis. E se I’ll See Big sgrana un flusso melodico che ricorda gli Air, sovrapposto alle spoken word di Iggy mai tanto calde e confidenziali, Get Your Shirt è pura, euforizzante orecchiabilità che non mancherà di farvi muovere il piedino a tempo. Questa è la mia cup of tea. Non ci piove.
Foto: © Rob Baker Ashton
© Tobias Gromatzki for Deutsche Bahn Konzern