«Questa è la miglior espressione musicale possibile di 2 cervelli che interagiscono di nuovo dopo 50 anni». A dichiararlo con malcelato orgoglio è Phil Manzanera, chitarrista anglo-latinomericano dei Roxy Music, il quale ha voluto ancora una volta accanto a sé il sassofonista rock-classicheggiante Andy Mackay. Il risultato è AM.PM, gemma strumentale in 9 brani «aperta all’interpretazione di chi ascolta, consentendogli di creare le proprie storie. Perciò questa musica non strutturata può rivelarsi trasformativa, magica, talvolta inquietante».

Coppia solidissima, Manzanera – Mackay: “architrave ” dei Roxy Music (inclusi gli ultimissimi del 50th Anniversary Tour 2022); notabile della new wave anni 80 in qualità di Explorers e Manzanera & Mackay; ideatrice di quella coraggiosa Roxymphony che il 26 novembre 2018 ha ammaliato la Queen Elizabeth Hall di Londra; esponente della miglior “accademia ” del glam e dell’art rock con Lp come Diamond Head (Manzanera, 1975) e In Search Of Eddie Riff (Mackay, 1974).

Phil Manzanera e Andy Mackay
© Matthew Becker

Nell’eclettico e per molti versi genialoide percorso di AM.PM si sono fatti accompagnare da Paul Thompson (il 1° e miglior batterista dei Roxy Music), dalla violinista Anna Phoebe, dal flautista Seth Scott, dal suonatore di tuba George Goode, dal flicornista Yazz Ahmed, dal bassista e tastierista Mike Boddy.

Il prologo di questo viaggio sonoroante meridiem ” e “post meridiem ” è affidato alla progressione ritmica (moderatamente in levare) di Blue Skies, sulla quale s’innesta un trascinante botta-e-risposta di chitarra elettrica e sax. Mat 1 sgrana invece percussioni battenti spalmate su un tappeto melodico che vede Manzanera fare il Carlos Santana della situazione e Mackay agire in contrappunto. Yazz, lascia sedimentare un noise appena percettibile che preannuncia schermaglie fra sassofono (Mackay) e flicorno (Ahmed) mentre latino, passionale e irrorato dal funky è il dipanarsi di EGM, ossia il Manzanera “caliente ”, allo stato puro.

Ambiente, dispensa rifrazioni sonore e un’orecchiabilità diffusa con i fiati e la chitarra ad assecondare l’incedere da Bolero. Newanna, più che certo zenit dell’intero album, è un avviluppante, elettronico crescendo nello stile di Manifesto dei Roxy Music (1979) che vede avvicendarsi violino, batteria e sax per poi lasciare spazio a un fulminante assolo chitarristico.

CC, morbido e crepuscolare flusso melodico, fa elegantemente dialogare il sax e la chitarra acustica. Ambulante, increspato da uno sgocciolìo d’elettronica, fa approdare su lidi sicuri l’avanguardia e la world music. Seth, vellutata e più che logica chiosa di AM.PM che mi piace pensare ispirata alla Samba Pa Ti di santaniana memoria, si affida nei minuti conclusivi a un solitario sassofono dall’impronta jazzy. Morale della favola: la coppia che giammai scoppierà ha fatto centro pieno anche stavolta.