Se per gli scaramantici il 17 è considerato un numero poco fortunato, così non lo è per Sir Paul McCartney che con Egypt Station, 17° album da solista, torna sulla scena musicale dopo 5 anni da New. Il disco, il cui titolo riprende uno dei dipinti di Paul, può essere considerato un vero e proprio “concept album” che si apre e si chiude col rumore di una stazione e le canzoni a combinarsi per trasmettere un’atmosfera di viaggio unica nel suo genere. «Mi piacevano le parole Egypt Station», ha dichiarato l’ex Beatles. «Mi ricordavano il tipo di album che di solito facevamo… Egypt Station parte dalla stazione della prima canzone e via via ogni brano è una stazione diversa. Ogni pezzo è costruito intorno a questo concetto. Lo considero come una location da sogno dalla quale si diffonde la musica». Egypt Station ci propone ciò che, in effetti, ci saremmo potuti aspettare dal lavoro di un artista con alle spalle una carriera pluridecennale fatta di grandissimi successi e di enorme notorietà. Proprio per questo, ascoltando l’album ci si rende conto di come Paul, pur mantenendo una sua originalità, non abbia avuto interesse a fare cose nuove o a sperimentare inedite sonorità. Lo stile è quello di un musicista in parte nostalgico, ma ancora pieno d’energia che si rinnova sempre attraverso le sue caratteristiche melodie senza volersi per forza ringiovanire. Forse l’unica eccezione la fa nel brano Fuh You, costruito con uno stile “moderno” con la volontà di creare un successo in linea coi singoli che si sentono di questi tempi.

Il resto del disco si snoda attraverso ballate melodiche (talvolta un po’ melanconiche) e rock and roll vecchio stile. Ricorda di aver consumato droghe (Happy With You), le amicizie (Confidante) e il suo progetto di vita (Dominoes), mentre dà ancora spazio per quasi 7 minuti all’ostilità nei confronti di Donald Trump (Despite Repeated Warnings) costruendo piccoli capolavori da aggiungere alla sua già impressionante collezione, senza tralasciare quel puro rock in pezzi magari non così facili come Who Cares e Caesar RockBack In Brazil è invece una divagazione ben riuscita nel mondo dell’electro-sambaDo It Now esprime un profondo sentimento poetico e il “medley” Hunt You Down/Naked/C-Link può invece farci ricordare Abbey Road o Red Rose Speedway dei Wings. In questo lavoro discografico l’età (76) a volte si fa un po’ sentire, la voce scricchiola qua e là con qualche problema nel sostenere alcune note, ma la creatività nello scrivere canzoni non mostra affatto il segno dei suoi anni. Paul, insomma, non si arrende ancora e certe sue melodie sono le più forti degli ultimi anni. Col passare del tempo, una delle grandi voci della musica non si fermerà, anche se ciò significa che – occasionalmente – potrà “inciampare” lungo la strada. Per i collezionisti è importante ricordare che Egypt Station è disponibile in Cd Standard (16 brani), Cd Limited Edition (con 2 bonus tracks), 2 Lp Standard (140 gr.) con copertina apribile e 2 Lp Limited Edition (180 gr.) con copertina fold out concertina.

Foto: © Sam Rock
© Sir Paul McCartney