Che fortuna essere stato testimone dell’incontro live fra Omar Sosa e Jaques Morelenbaum! Musicisti che avevano già collaborato nel 2016 in occasione dell’album di Paolo Fresu & Omar Sosa intitolato Eros (Jaques era ospite) e che per la prima volta hanno deciso di esibirsi in duo: quasi un concerto di musica da camera, se la location non fosse stata il Blue Note di Milano e i protagonisti non provenissero da esperienze differenti dalla musica classica.

Omar Sosa

Virtuoso pianista cubano dalle molteplici collaborazioni nell’ambito della world music e in particolare del jazz, Omar Sosa ha studiato percussioni alla Escuela Nacional de Musica e all’Instituto Superior de Arte, a Cuba, per poi approcciare i tasti bianchi e neri portando la propria esperienza in fatto di ritmica e percussioni nel modo di suonare il pianoforte. Jaques Morelenbaum è invece strumentista, arrangiatore, direttore d’orchestra, compositore e produttore musicale brasiliano. Nato a Rio de Janeiro, è figlio d’arte: del direttore d’orchestra Henrique Morelenbaum e dell’insegnante di pianoforte Sarah Morelenbaum. Vanta più di 600 collaborazioni: da Antonio Carlos Jobim e Tom Jobim, a Caetano Veloso, Gal Costa, Ivan Lins e Marisa Monte, passando per Ryūichi Sakamoto, Sting, Henri Salvador, David Byrne, Bill Frisell, John Scofield e altri ancora.

Il sottoscritto è particolarmente affezionato a 2 album, 1996 e Casa di Sakamoto, che vedono Morelenbaum protagonista. Dischi che ho letteralmente consumato e che si sono rivelati un’inesauribile fonte d’ispirazione per la mia pittura. Da una parte, quindi, il sound di Cuba con l’eclettismo di Omar Sosa; dall’altra, la musica contemporanea brasiliana di cui Jaques Morelenbaum è fra gli artisti più rappresentativi.

Jaques Morelenbaum
© Alessandro Curadi

Il loro è stato un incontro magico fatto di intermezzi, preludi, effetti elettronici, silenzi, momenti ritmici. Suonati a questi livelli, il pianoforte e il violoncello sono magia pura, in una visione di scambio artistico universale. E Sosa, che è anche un grande intrattenitore, ha saputo attrarre, divertire e coinvolgere il pubblico lasciandosi andare, nel finale del concerto, a una danza quasi tribale che ha catturato perfino il più attempato Morelenbaum. Esibizione stupenda, da annoverare nella Top 10 degli ultimi anni.