Sassofonista cilena, 25 anni che ho ritratto più che volentieri da Pittoreporter di CoolMag, Melissa Aldana si è esibita al Blue Note di Milano con il suo quartetto: basso, batteria, chitarra, sax. Marcos Aldana, vale a dire suo padre, è stato il 1° sassofonista del Cile a ottenere riconoscimenti internazionali.

Melissa Aldana

Scoperta da Danilo Perez che l’ha invitata per il Festival di Panama, Melissa si è diplomata nel 2009 al Berklee College of Music di Boston per poi trasferirsi a New York, dove ha avuto la chance di suonare con musicisti del calibro di George Garzone, Joe Lovano e Greg Osby, che ha prodotto il suo 1° album intitolato Free Fall. Nel 2013 è stata la prima donna sassofonista a vincere alla Thelonious Monk International Jazz Saxophone Competition.

Dopo essersi esibita in trio con il batterista cubano Francisco Mela e il bassista cileno Pablo Menares (Melissa Aldana & Crash Trio), nel 2017 ha dato vita al Melissa Aldana Quartet che la vede al sax tenore accompagnata da Sam Harris al pianoforte, Pablo Menares al basso e Kush Abadey alla batteria.

Lage Lund
© Alessandro Curadi

Al Blue Note c’era invece il sopraffino Lage Lund, norvegese, fra i chitarristi emergenti della scena jazz newyorkese. Stile sobrio, quello di Melissa: mai banale, dedito più alla ricerca intimista e introspettiva che al virtuosismo esibizionista, giusto per compiacere il pubblico. Sorprende, inoltre, la sua capacità di dosarsi, di essere essenziale: in questo ricorda il suo mentore, George Coleman.

E altrettanto stupisce (nonostante le origini sudamericane) che il suo repertorio sia del tutto avulso da contaminazioni latine: tant’è che ballate di musica contemporanea hanno fatto presa sul pubblico per l’equilibrio e l’interazione fra i musicisti, in particolare Lage Lund. Un concerto interessante, insomma: ben gestito da una musicista da tenere d’occhio per la sua già matura, giovane età.