Supponiamo, ma fino a un certo punto, che prima di progettarlo i designer Guido Crocco e Franco Mello abbiano ripensato a 2 ready-made di Marcel Duchamp (1887-1968): la Roue de bicyclette (Ruota di bicicletta) del 1923 e il Porte-bouteilles (Scolabottiglie) datato 1914. D’accordo il “bell’è pronto”, si saranno detti, ma siamo proprio sicuri che un cactus debba rimanere tale eppure finire in un museo come lo scolabottiglie duchampiano? E se anche lo volessimo manomettere, finiremmo per trasformarlo in un ibrido – museale, ma pur sempre ibrido – come la ruota di bicicletta montata sopra uno sgabello dall’ex dadaista/ex surrealista francese.

Meglio piuttosto azzardare un ready-made che sia perlomeno utile. Talmente utile, che il Cactus in poliuretano creato da Crocco & Mello e commercializzato da Gufram a partire dal 1972 ha sì il look decorativo di uno di quei cactus finiti in qualche Spaghetti Western; ma essendo a misura d’uomo, sprovvisto di spine e con 4 braccia, non può che osare le fattezze di un appendiabiti in grado di rivoluzionare ogni domestic landscape.

Cactus, in poche parole, è l’epitome del radical design; il leggendario sovvertitore di ogni regola che ha osato mettere in discussione la staticità dell’interior design. Ironia e iconicità totemica, simbolo di una Pop Art sempre e comunque cool, Cactus viene tutt’oggi realizzato interamente a mano. Ogni esemplare è infatti unico: i 2165 bosses che vedete in superficie sono singolarmente rifiniti da mani altamente specializzate e poi dipinti con Guflac, la speciale vernice brevettata da Gufram.

Nato verde come cactus insegna, nel corso degli anni Cactus ha reinterpretato se stesso mutando colore: se il modello Another Green è un omaggio all’edizione originale ma con una tonalità di verde più luccicante e contemporanea, Another White sfoggia una sfumatura di bianco che si avvicina all’avorio. Rossocactus, invece, si sposa alla perfezione con la special edition di soli 169 esemplari prodotti in collaborazione con lo stilista Paul Smith mixando la proverbiale irriverenza dell’appendiabiti con il geniale guizzo estetico del britannico. Il risultato è lo Psychedelic Cactus, ragionata fusione di cromatismi vivaci e luminosi.

4 versioni, insomma, della pianta succulenta più pop al mondo da abbinare a ogni stile e a ogni architettura possibili, aggiungendo a ogni stanza quel non plus ultra che ha contraddistinto il design dei 70s. Vedere per credere.

Foto: Another Green Cactus, Ranch House, Brasile, interiors by Galeazzo Design
Another White Cactus, View Penthouse, New York, interiors by Kelly Behun Studio
Rossocactus, Mumbai Pop Art Residence, India, interiors by Jannat Vasi
Another Green Cactus, White House, Tournai, Belgio, interiors by Guillaume da Silva
Psychedelic Cactus, Hampstead, Londra, interiors by Space+Matter
Another White Cactus, Alpemare Beach Club, Forte dei Marmi, progetto di Alberto Bartalini in collaborazione con Studio Associato Bocelli ArchitetturAmbiente
© Gufram