Diretto e interpretato da Micheal Keaton con l’ottima sceneggiatura di Gregory Poirier, La memoria dell’assassino (Knox Goes Away) racconta dell’uomo qualunque John Knox (Micheal Keaton), di professione sicario, che conduce una vita piuttosto solitaria circondato solo da pochi “amici ”.

C’è Thomas (Ray McKinnon), il collega filosofo, che ha bisogno di conoscere le malefatte compiute dai loro bersagli prima di ucciderli; c’è la prostituta Annie (Joanna Kulig) che ogni giovedì sera lo raggiunge a casa per trascorrere del tempo insieme; c’è il ladro Xavier (Al Pacino), l’unico di cui John può fidarsi per affrontare la nuova fase della propria vita. Già, poiché ha scoperto di soffrire di una patologia neurodegenerativa simile all’Alzheimer, ma con uno sviluppo assai più rapido: tanto che nel giro di 1 mese avrà bisogno d’assistenza.

Decide, allora, di sistemare i conti in sospeso mettendo ordine nel suo business. Gran parte dei guadagni è in pietre preziose e quadri che dovrà riuscire a piazzare. Inoltre ha una moglie e un figlio che non vede da tempo, ai quali vorrebbe lasciare tutto quanto ha incassato nella sua “carriera ”.

Michael Keaton

Le sue condizioni di salute, però, peggiorano al punto che durante l’ultima missione spara per errore a Thomas rischiando di essere beccato per aver ricostruito l’episodio in modo tutt’altro che credibile agli occhi di un investigatore. Una notte, alla sua porta, si presenta a sorpresa il figlio Miles (James Marsden). Sporco di sangue e in evidente stato confusionale, gli confida di aver appena ucciso un uomo e gli chiede aiuto per uscirne fuori pulito. D’altronde papà è un killer a pagamento che è finito solo una volta in prigione, ma per evasione fiscale. Dovrebbe quindi essere la persona più adatta a dargli una mano.

Con l’aiuto di Xavier, John dovrà affrontare l’acuta detective Ikari (Suzy Nakamura) nel tentativo di cancellare le tracce – sue e del figlio – in una lotta contro il tempo e contro la sua mente in rapido deterioramento.

Al Pacino

Girato a Los Angeles, La memoria dell’assassino è ben costruito, ricco di colpi di scena, con un Micheal Keaton impeccabile nello scandire lo spaesamento che deriva dalla malattia ma anche dalla solitudine. Il suo è uno sguardo tenace eppure perso, profondo ma vuoto, senza drammi o vittimismi ma con pragmatismo e la certezza che la vita gli sta scivolando dalle mani. Siccome il tempo è l’unica cosa certa che gli rimane, c’è un taccuino su cui ha annotato i passi da fare e ci sono le telefonate di Xavier che lo tengono incollato alla realtà. Riuscirà John a salvare sé stesso e Miles dalla galera?

Finalmente un thriller in cui la linea temporale non va né avanti né indietro mandando in confusione lo spettatore; e che non ha certo bisogno di fiumi di sangue per attirare l’attenzione. Da vedere.