É la terza volta che vedo e dipingo Theo Croker. La prima nel 2016 con la band di Dee Dee Bridgewater, la seconda nel 2018 all’interno del progetto del tastierista Jason Miles e finalmente nel concerto al Blue Note di Milano con il suo gruppo.

Theo Croker

37enne, 7 album al suo attivo, Croker è un musicista maturo che attinge al pop, all’hip hop, al rhythm & blues, all’elettronica e naturalmente al jazz. Dal vivo ha oramai acquisito una sicurezza e una padronanza da interprete consumato: merito senza dubbio dei riconoscimenti già ricevuti, fra cui la nomination ai Grammy Awards del 2019 con Star People Nation.

Mike King

Nipote del famoso trombettista Doc Cheatham, Theo apprende il jazz da Donald Byrd per poi affinare il proprio talento da Dee Dee Bridgewater che gli produce un album facendolo svoltare verso il groove e il dark funk. Trame R&B ed elettronica hanno invece contrassegnato BLK2LIFE (2021) e l’ultimo Love Quantum (2022).

Eric Wheeler

La formazione che segue Theo si è ormai consolidata negli anni: al lirismo di Mike King alle tastiere e al piano acustico, si contrappongono i poderosi contributi ritmici di Eric Wheeler al contrabbasso e di Michael Ode Shekwoaga alla batteria, capaci di muoversi sapientemente tra funk, swing e un potente backbeat di stile hip hop. A loro si aggiunge l’art & sound designer D’Leau. Croker, dal canto suo, è rimasto meditabondo sullo sfondo per poi irrompere con i suoi solo e cantare le proprie emozioni nel brano Where Will You Go.

Michael Ode Shekwoaga

Il meglio, comunque, lo ha dato alla tromba con quel suono morbido, vellutato e seducente che lo rende unico nel panorama del jazz contemporaneo. Applausi convinti dal pubblico entusiasta, ben consapevole che Croker sarà un punto di riferimento per i prossimi anni.

D’Leau
© Alessandro Curadi