Fra i 3 prescelti, quello che in carriera si è realmente giapponesizzato è David Bowie. Tant’è che fra i suoi molteplici travestimenti vanno anzitutto ricordati l’androgino bodysuit Tokyo Pop confezionato “ad hoc” in occasione dell’Aladdin Sane Tour e il kimono rivisitato e cucito su misura nel post Ziggy Stardust. Entrambi, estetizzanti creazioni by Kansai Yamamoto (1944-2020), fashion designer fra i più geniali degli anni 70 e 80.

Proprio a quel Bowie calzano a pennello le ukiyo-e (ovvero le “immagini del mondo fluttuante” riferite allo spensierato stile di vita della nascente borghesia di Edo – ora TokyoOsaka e Kyoto), tipologie di stampe artistiche impresse su carta con matrici di legno, in auge nel Paese del Sol Levante fra il 17° e il 20° secolo. Se inizialmente i soggetti raffigurati erano più che altro scene di vita quotidiana, viaggi, nobili guerrieri samurai e donne bellissime, in seguito assistiamo al ritorno della natura come soggetto principe immortalato da pittori quali Katsushika Hokusai (1760-1849) e Utagawa Hiroshige (1797-1858).

Bowie, dunque, è il mattatore della prima coppia di xilografie esposte a JAPANORAMA. Ukiyo-e Today, alla ESH Gallery di Milano fino alla fine di giugno. La mostra, realizzata in collaborazione con Ukiyo-e Project, azienda fondata da Yuka Mitsui che dal 2014 realizza stampe dedicate alle rockstar che hanno scelto la cultura giapponese fra le loro fonti d’ispirazione, vede l’iconico Duca Bianco retrodatarsi alle copertine di 2 fra i suoi album più celebri, Aladdin Sane (1973) e Diamond Dogs (1974).

Se nella prima stampa, fronte solcata dall’iconica saetta, assume l’identità di Kidomaru il leggendario incantatore di serpenti, nella seconda avvolto in un kimono cita il famoso scatto fotografico di Terry O’Neill: ma anziché tenere al guinzaglio un rabbioso “cane di diamante“, siede accanto a un mastodontico dragone che si rifà alle prime ukiyo-e.

Altrettanto nipponiche (intriganti risultati della partnership fra illustratore, incisore e stampatore, requisito che permette di conservare la memoria dei maestri artigiani) le opere dedicate ai rutilanti Kiss che appaiono del tutto trasfigurati. Se Paul Stanley (da Starchild quale era) viene tramutato in un attore kabuki impegnato a truccarsi narcisisticamente allo specchio, spetta ancora a lui riempire teatralmente la scena con Gene Simmons, Ace Frehley e Peter Criss, kimono e volti dipinti di bianco, nei guerreggianti panni da samurai.

Demoniache, sanguinarie, a un nonnulla dallo splatter le 2 ukiyo-e ispirate agli Iron Maiden. Se Eddie, la mascotte del gruppo heavy metal, nella prima xilografia viene raffigurato come un terrificante samurai che decapita i suoi avversari a colpi di katana, nella seconda stampa lo ritroviamo mentre con sguardo fiammeggiante si specchia reggendo in una mano la diafana maschera di una geisha. Sia nell’una sia nell’altra opera, infine, appaiono alcuni simboli degli Iron Maiden: dalla celebre vergine di ferro, agli ideogrammi che ne scandiscono il nome.

Ciascuna stampa è in vendita in serie limitata (200 copie)

JAPANORAMA
Ukiyo-e Today
Fino al 25 giugno 2021, ESH Gallery, via Forcella 7, Milano
tel. 0256568164