Antropologa al Pergamonmuseum di BerlinoAlma (Maren Eggert) sta per concludere un importante progetto di ricerca ma ha necessità di fondi. Di conseguenza, accetta la proposta da parte del direttore del museo (Hans Löw) di partecipare a uno studio alquanto particolare, destinato a cambiarle la vita. Per 3 settimane, testerà un robot umanoide pensato e realizzato da una dipendente dell’azienda Terrareca (Sandra Hüller) in base al suo carattere e alle sue necessità.

Maren Eggert

Tom (Dan Stevens) – si chiama così l’automa –  è bellissimo, educatissimo, rispettosissimo. Può parlare del suo lavoro per ore, può intrattenere Alma dal punto di vista fisico, può semplificarle la vita occupandosi in una manciata di secondi delle pulizie o della cucina. Sembra davvero fantastico, Tom. Ma è facile intuire come siano sufficienti poche ore a far impazzire la protagonista che è single e indipendente, abituata a gestire con efficacia ogni aspetto della propria esistenza compreso il padre malato di Alzheimer.

Alma (Maren Eggert) e Tom (Dan Stevens)

Nella Berlino attraente, assai ordinata e altrettanto pulita che fa da ideale sfondo alla storia di I’m Your Man, diretto da Maria Schrader, Alma e Tom vivono il test in maniera differente. Se per cercare di comprendere meglio i sentimenti che le suscita il robot, la studiosa intraprenderà un viaggio introspettivo che le farà anche sognare un possibile, roseo futuro, Tom si mostrerà molto più umano dopo averla frequentata e averne elaborato/assimilato le lamentele, al punto di far dubitare Anna delle proprie convinzioni.

Premiato con l’Orso d’Argento per la migliore attrice protagonista (Maren Eggert) al 71° Berlin International Film Festival, I’m Your Man gioca le sue carte sugli sguardi vuoti ma incredibilmente profondi di Tom, e sulle sue bizzarre movenze. Alma, dal canto suo, con quelle occhiate esasperate e perplesse riesce a mostrare lo straniamento provocato dalla situazione: in quanto studiosa, apprezza qualsiasi evoluzione scientifica ma al tempo stesso è critica sulle conseguenze che tale evoluzione potrebbe causare.

Sandra Hüller e Dan Stevens

Divertente, a tratti esilarante, I’m Your Man ci parla d’amore, desiderio, umanità. Intelligente e sofisticato, ci racconta di argomenti complessi concentrandosi sul sentimento. E alla fine è quasi inevitabile uscire dal cinema domandandoci: cosa ci rende ciò che siamo? Avere a nostra completa disposizione qualcuno di perfetto, è fonte di felicità o rischia di essere solo uno specchio in cui riflettersi? Il bello dell’amore sarà litigare per poi fare pace, imparando a conoscersi e a rispettarsi?