Il fondatore dei Motörhead (rock band inglese, in Italia non ci sarebbero stati i presupposti culturali) Ian Fraser Kilmister, in arte “Lemmy” (1945-2015), era un personaggio mica da poco. E non solo perché è morto ricco. Giusto per farvi capire meglio: abbandonato dalla famiglia (o lui abbandonò loro, poco importa), ancora teenager rintracciò suo padre, un prete della chiesa protestante famoso per le sue prediche morigerate e per niente incline al rock and roll (proprio come il reverendo Gaye, padre di Marvin), gli chiese i soldi per registrare un disco e dopo il suo rifiuto non si videro mai più (bè, almeno lui non ha sparato al figlio).
Nell’ambiente musicale, comunque, Lemmy ci è entrato fin da subito facendo anche il roadie, cioè l’aiutante sul palco, nientemeno che di Jimi Hendrix. Ha militato negli Hawkwind, una discreta band rock-blues, suonando il basso e registrando anche qualche disco. È riuscito infine a mettere insieme la sua formazione con “Fast” Eddie Clark alla chitarra e Phil “Animal” Taylor (“Philty” per gli amici) alla batteria e a far uscire il 1° album, Motörhead, nel 1977. Storica la copertina con la maschera di ferro su sfondo nero, la svastica sulla borchia frontale (poi rimossa per motivi politico/commerciali) e appesi alle corna un teschio, la croce celtica e un peperoncino. Il tutto condito da un buon numero di catene. Certo che di copertine così non se ne vedevano allora e men che meno se ne vedono oggi.
L’impatto indubbiamente c’è ma non è sufficiente: bisognerà attendere il 1980 del 4° album, quello perfetto, il capolavoro Ace Of Spades (Asso di Picche) che si apre proprio con l’omonimo pezzo, inno allo speed metal nonché prototipo di un genere. I Motörhead sono i primi. Divertente e ironico il testo: “You know I’m born to loose and gambling is for fools, but that’s the way I like it baby, I don’t wanna live forever!” fa presa sull’intera popolazione mondiale e persino su un po’ di quella italiana. Da lì in poi sarà tutto in discesa per loro, sempre osannati da critica e pubblico. D’altronde fin dal primo disco la caratteristica principale è il suono: perché il basso è sempre distorto e la voce sempre molto ma molto roca e bassa d’intonazione. Sono e rimangono gli unici al mondo, fra i professionisti, con questa peculiarità.
Nei solchi di Ace Of Spades non mancano certo altri brani degni di nota come Love Me Like A Reptile o (We Are) The Road Crew. Il ritmo è sempre pesante ma cadenzato, la batteria doppia cassa potente e incisiva, le chitarre di “Fast” Eddie dai soli molto blueseggianti. Dagli anni ’90 fino alla chiusura definitiva del 2015, con altre formazioni ma sempre con Lemmy leader, il loro sound sarà più in stile metal.
La longevità, di nome e di fatto, i Motörhead se la sono ampiamente guadagnata sul campo con tanto di meritato numero di vendite costanti nel tempo, come solo le vere rock band estinte ci hanno insegnato. Lunga vita al Rock and Roll!
Motörhead, Ace Of Spades (1980, Bronze Records)