Per celebrare i 10 anni dalla nascita delle Mothers Of Invention (la sua band), nel dicembre 1973 l’istrionico, bulimico, genialoide Frank Zappa (1940-1993) tiene 5 concerti in 3 serate “hollywoodiane” al Roxy Theatre, sul Sunset Strip. Lo fa benedicendo le “mothers” (abbreviazione di “motherfuckers”) con una line-up stellare (George Duke alle tastiere, Tom Fowler al basso, il trombonista Bruce Fowler, il sassofonista e vocalist Napoleon Murphy Brock, la percussionista Ruth Underwood, i batteristi Ralph Humphrey e Chester Thompson) per poi raggiungere col gruppo e una troupe cinematografica il Bolic Sound Studio privato di Ike Turner: non solo per incidere gli “overdubs” che arricchiranno l’album Roxy & Elsewhere, ma per filmare tutta la session. «Questa è in assoluto una delle mie formazioni zappiane favorite. E in questo box ci sono le migliori notti di musica che Los Angeles abbia mai vissuto in una venue storica come il Roxy Theatre».

Il cofanetto, infatti, è intitolato The Roxy Performances e a parlare è Ahmet Zappa, figlio di Frank, che lo ha co-prodotto insieme a Joe Travers. Nel 2016 sono state mixate da Craig Parker Adams 8 ore di musica da nuovi nastri in alta definizione trasferiti dai multi-traccia originali. Oltre ai 4 concerti del 9 e 10 dicembre e al soundcheck dell’8, The Roxy Performances (che cattura Zappa & The Mothers in piena forma, subito dopo la pubblicazione di Over-Nite Sensation) include, oltre a estratti da Uncle MeatHot RatsWaka/Jawaka e Over-Nite Sensation nonché “classici” da esecuzione live come Village Of The SunPygmy TwylyteCheepnisPenguin In BondageEchidna’s Arf (Of You)Don’t You Ever Wash That Thing e Cosmik Debris, pezzi inediti dalle prove e il best delle sessions di registrazione al Bolic Sound Studio. Va precisato che svariate parti di queste esecuzioni sono già uscite in passato (nell’album Roxy & Elsewhere del ’74, in Roxy By Proxy del 2014 e nella colonna sonora di Roxy the Movie del 2015) ma mai nella loro versione integrale. Ad arricchire ancora di più il tutto ci sono il booklet di 48 pagine con fotografie tratte dai concerti, annotazioni di Joe “Vaultmeister” Travers, i saggi del giornalista australiano Jen Jewel Brown e del cantante-chitarrista Dave Alvin, un’accurata selezione di articoli giornalistici dell’epoca.