Vista sul Parco Sempione e il Castello Sforzesco, nell’anima di una Milano che tanto ha dato, negli Anni ’60 e ’70, al design internazionale. Al 27 di piazza Castello, pianterreno di un palazzo ottocentesco talmente bello da mozzare il fiato, la Fondazione Achille Castiglioni nata il 14 dicembre 2011 e intestata all’architetto e designer milanese (1918-2002) dà sostanza nei suoi 4 ampi e luminosissimi locali a una “casa delle meraviglie” che è il trionfo del caos ordinato. Qui, per più di 60 anni, Achille Castiglioni ha liberato la sua ironica genialità ideando lampade, sedie, poltrone, oggetti, posate; sperimentando sul prodotto industriale insieme ai fratelli Livio (1911-1979) e Pier Giacomo (1913-1968). Studio-laboratorio-atelier-officina, questo magico luogo del pensiero e del progetto viene quotidianamente illustrato ai visitatori da Giovanna, la figlia più piccola di Achille: «Aprire al pubblico il suo studio è un sfida che mi hanno lanciato la mia mamma Irma e i miei fratelli. Come fare a dire di no?». Sorridente memoria storica di papà, racconta aneddoti colmi delle sue risate, della sua energia inesauribile, di quell’estro creativo che ha dato il benvenuto a icone del design sparse per la casa: la lampada da terra Arco e quella da tavolo Snoopy; il tavolino arancione Rochetto; lo sgabello Mezzadro ricavato “à la Marcel Duchamp” dal sedile di un trattore; lo sgabello equilibrista Sella con una sola gamba e un sellino da bicicletta; il lampadario Cocoon; il radiofonografo RR126 marca Brionvega

C’è tutto e di più in questo appartamento che ha visto concretizzarsi l’Idea in ogni sua forma: progetti, disegni, prototipi degli oggetti in carta, gesso e legno, riviste d’arredamento, fotografie, cartoline, appunti, libri, manifesti di mostre. Nella sala adibita alle riunioni, attorno al lungo tavolo rettangolare, sedie l’una diversa dall’altra fra cui una gloriosa Thonet. Nel laboratorio, la voglia di fare e di creare ha lasciato un’indelebile impronta. L’enorme specchio, appeso laggiù in fondo al corridoio e sistemato a 45° per moltiplicare gli spazi, serviva a Castiglioni per vedere, quand’era in riunione, chi entrava. Un giorno ordinò un caffè espresso al bar, arrivò il cameriere e ci finì letteralmente contro. Da allora, davanti allo specchio ci sono poltrone perché non si sa mai… Poi c’è una vetrinetta, alta alta, che raccoglie dadaisticamente una collezione di “objects trouvé” raccolti in giro per il mondo. Quelli “intelligenti” e quelli “stupidi”: da una carnevalesca dentiera da caricare a molla, alla bottiglietta di gazzosa con la pallina memorabilia degli Anni ’50. Perché Achille Castiglioni si divertiva un sacco. E dagli oggetti più semplici e curiosi sapeva trarre ogni volta ispirazione per il suo design funzionale. Infine, le caramelle di cui era ghiotto che Giovanna, impagabile guida, non esita ad offrire.

Fondazione Achille Castiglioni
piazza Castello 27, Milano
tel. 028053606
Solo visite guidate su prenotazione, da martedì a venerdì, alle 10, 11 e 12. Sabato lo Studio Museo è visitabile solo al raggiungimento di un numero minimo di 15 persone

Foto: Achille Castiglioni
Stanza dello specchio
Stanza dell’architetto
Stanza dei prototipi
© Fondazione Achille Castiglioni
Sgabello Mezzadro, 1957, © Zanotta
Lampada da terra Arco, 1962, © Flos
Sgabello Sella, 1957, © Zanotta
Lampada da tavolo Snoopy, 1967, © Flos