Antonio Albanese torna dietro la macchina da presa con un film drammatico, Cento domeniche, che tocca un tema delicato e lo fa dal punto di vista di chi è stato costretto a subire i crack finanziari delle banche senza poter fare nulla.

Dopo 43 anni di onorato servizio, Antonio Riva (Albanese) è un operaio prepensionato di un cantiere navale che trascorre le sue giornate in tranquillità, fra le cure alla madre anziana con cui vive (Giulia Lazzarini) e una partita a bocce con gli amici del bar del paese. Ha una ex moglie, Margherita (Sandra Ceccarelli) con la quale è rimasto in ottimi rapporti ed Emilia (Liliana Bottone), la figlia che ama più di sé stesso. Il suo desiderio più grande è portarla all’altare organizzando quel matrimonio che hanno entrambi sognato.

Così, quando Emilia gli comunica di aver deciso di sposarsi, Antonio non sta più nella pelle e da uomo pragmatico quale è chiede agli amici quanto potrebbero costare le nozze e si reca in banca per farsi dare la somma necessaria: ha risparmiato tutta la vita e ai suoi risparmi si è aggiunta anche la liquidazione. In banca, però, la situazione sembra strana. Eppure è cliente da sempre: perfino suo padre contava su quell’agenzia per custodire i propri denari. In paese la chiamano “il confessionale ” perché sa tutto di tutti e loro, di quella banca, si fidano ciecamente.

Quando l’ennesimo direttore lo persuade a chiedere un finanziamento, visto che i suoi soldi sono stati investiti in azioni e ora valgono parecchio, Antonio precisa più volte di non ricordare di averli investiti, ma la risposta è sempre la stessa: se c’è la sua firma, è lei che ha deciso. In realtà, vista la fiducia che riponeva, avrebbe firmato anche per la vendita di un rene se gli avessero detto che era per il suo bene… ma purtroppo questo atteggiamento diventerà un cappio al collo quando la banca inizierà a navigare in cattive acque. Sicchè la preoccupazione di non poter realizzare il sogno, suo e di sua figlia, è tanta; e altrettanta la vergogna, che lo fa iniziare a bere e a litigare con gli amici di sempre.

© Claudio Iannone

Per tentare di uscire dal tunnel, Antonio partecipa alla terapia di gruppo che il Comune ha organizzato per chi ha dovuto sopportare la medesima situazione, ricorrendo all’abuso di ansiolitici. Intanto, intorno a lui, c’è chi continua a manifestare, chi viene ricoverato per le continue crisi di panico, chi si toglie la vita.

Il senso di vergogna del protagonista dice molto, anche più della storia che viene raccontata. Aver riposto la propria fiducia, senza alcun tentennamento, in quelle persone che si sono poi rivelate sbagliate; non aver mai controllato la propria situazione, sicuro com’era, nel nome di una società che non esiste più, neppure nei piccoli centri dove ci si conosce fin da piccoli e dove ci si dà tutti del tu… È straziante vedere Antonio Riva che sprofonda, perdendo per strada gli amici e la lucidità. È bastato un solo accadimento per travolgere e distruggere la vita di una persona mite e buona come lui.

È un film realisticamente crudo, Cento domeniche. Recitato benissimo da Albanese, un po’ meno dai comprimari, con alcune “chicche ” di regia interessanti.