Questa di Monza, intitolata Andy Warhol. L’alchimista degli anni Sessanta, è solo la prima tappa espositiva di un progetto destinato a proseguire il proprio cammino in territorio pugliese: a Mesagne, nella splendida cornice del Castello Normanno Svevo; a Ostuni (Palazzo Tanzarella) e a Martina Franca (Palazzo Ducale). Andy Warhol si può definire l’artista simbolo degli Anni ’60: quelli del boom economico e della rivoluzione sessuale, dei Kennedy, Malcolm X e Martin Luther King; gli anni delle grandi battaglie civili e per la libertà che prendono piede in molte parti del mondo. Warhol e la sua Factory newyorkese si inseriscono alla perfezione in questo ambiente in pieno fermento, costituito principalmente da giovani che non si ritrovano più nei vecchi criteri codificati. Grazie alla pubblicità, ai fumetti e all’esplosione della tv commerciale, gli artisti non hanno più bisogno di stili particolari per entrare in connessione con il pubblico. Anzi, il protagonista è proprio l’oggetto rappresentato che diventa “trait d’union” fra spettatore e artista. E così spopolano le serigrafie di Marilyn Monroe, le lattine di zuppa Campbell’s e le immagini riprodotte in serie di oggetti d’uso comune diventano l’emblema della Pop Art. Oltre ad analizzare la figura di Warhol e la sua voglia di demistificare la pittura e il mondo dell’arte, questa mostra esamina il rapporto con la società dei consumi e l’evoluzione della cultura americana. In quest’ottica sono esposte, nella ristrutturata e fascinosa Orangerie della Reggia di Monza, 140 opere passando anche per i progetti cinematografici dell’artista. Andy Warhol. L’alchimista degli anni Sessanta si divide in varie sezioni: da Il consumismo con gli oggetti del quotidiano e la serialità, con le serigrafie che tutti conosciamo della lattina di Campbell’s Soup o del detersivo Brillo; a Miti oltre il tempo, dove fra i lavori esposti troviamo le serie dedicate ai Kennedy: Jackie e Flash.

Si arriva quindi alla sezione Amore per la musica, con le copertine dei dischi che Warhol, grande appassionato nonché produttore di rock (The Velvet Underground & Nico), ha realizzato per artisti del calibro di Aretha Franklin, Liza Minnelli, John Lennon, The Rolling Stones. Si ritorna, poi, alle immagini iconiche di Personaggi celebri. A uso e consumo, dove troviamo i ritratti di Muhammad Alì, Mao e Marilyn, che grazie a Warhol vengono elevati al ruolo di vere e proprie popstars dell’epoca. Non poteva mancare, inoltre, una sezione dedicata alla rivoluzione sessuale con la famosissima serie Ladies and Gentlemen del ’75, dove alcuni travestiti di colore posano con acconciature e abbigliamenti “camp”. A questa tematica si collegano anche i contributi video, come il lungometraggio Women In Revolt (’71) che narra le vicissitudini di 3 donne che vogliono fondare un loro movimento di liberazione femminista. Viene inoltre proiettato l’ultimo film girato da Warhol sul suo viaggio da New York a Cape Code nel maggio del 1982. Infine, viene proposta una selezione di gioielli dal gusto pop e dalle chiare contaminazioni africane, creati da Armando Tanzani in collaborazione con lo stesso Warhol. Un viaggio caleidoscopico, dunque. Inserito in uno scenario da sogno, nell’immaginario di uno fra i più iconici artisti del ‘900.

Andy Warhol
L’alchimista degli anni Sessanta
Fino al 28 aprile 2019, Reggia di Monza, Orangerie, viale Brianza 1, Monza
tel. 0392312185
Catalogo Silvana Editoriale

Foto: Self-Portrait
Ladies and Gentlemen, 1975
Joseph Beuys, 1980/’83
Liza Minnelli, 1978