Tatuato su una porta del Bataclan di Parigi, intitolato The Sad Girl (la ragazza triste) e firmato Banksy, lo stencil più drammatico e toccante della Street Art è diventato oggetto di una caccia all’uomo internazionale che ha visto coinvolte la polizia italiana e quella francese.
L’attacco terroristico di matrice islamica avvenuto la sera del 13 novembre 2015 nella sala concerti al 50 di Boulevard Voltaire, è una ferita nel cuore della Francia e dell’Europa che non si rimarginerà mai. A imperitura memoria di quella mattanza, l’artista di Bristol senza nome né identità che non sceglie mai a caso i luoghi destinati a ospitare le sue opere (lo testimoniano fra gli altri i lavori in Palestina, la ginnasta fra le macerie in Ucraina e il Migrant Child a Venezia) ha sentito il bisogno di rendere omaggio alle 90 vittime del Bataclan con questo simbolo del dolore collettivo che nel 2019 è stato trafugato con destrezza da 3 uomini.
A raccontarlo con interviste esclusive, materiale d’archivio ed esperti dell’arte di strada è il documentario Banksy e la Ragazza del Bataclan, diretto da Edoardo Anselmi, che verrà presentato in anteprima il 7 novembre 2023 a Roma, presso l’Ambasciata di Francia in Italia, per poi essere disponibile dall’8 novembre, a titolo gratuito e con i sottotitoli in italiano, sulla piattaforma di streaming Arte.tv.
Vengono così ripercorse le tappe delle indagini che tra Francia e Italia hanno portato al ritrovamento dell’opera in Abruzzo, a 1 anno dal furto, nella soffitta di una casa in campagna. Ma chi sono i veri proprietari della “porta di Banksy ” che tutt’ora si trova sottochiave in un deposito del Tribunale di Parigi? I gestori del Bataclan? La collettività che si è sentita defraudata del suo memoriale? Parigi, che la vuole rendere accessibile a tutti? E Banksy, nei confronti della Ragazza Triste, quali diritti potrà mai vantare? Al documentario il compito di sciogliere ogni interrogativo.