A 1 anno dalla scomparsa dello storico batterista dei Pooh è nata l’Associazione Stefano D’Orazio, che si rivolge ai giovani artisti di talento con la finalità di “costituire un polo di eccellenza nel settore artistico – musicale – imprenditoriale“. Fra i primi progetti in cantiere, l’Accademia di alta formazione professionale e imprenditoriale dove sarà possibile svolgere attività di formazione artistica e musicale connesse alla musica, al canto, alla scrittura e alla recitazione.

Vogliamo ricordare Stefano riproponendovi l’affettuoso ricordo di Eleonora Tarantino

Ciao Stefano,
mi sembra così strano scrivere queste parole, ma sento la necessità di farlo per tutti questi anni che sono stata una “sòla” per non aver mantenuto un legame continuativo con te… con voi Pooh, dopo la mia uscita di scena dalla discografia. Trattengo le lacrime perché sono certa che non avresti mai voluto essere la causa di un dolore, tu che dispensavi sorrisi a qualsiasi persona incontrassi. La nostra storia nasce il 1° aprile 1982, il mio primo giorno di lavoro (contratto a termine, sostituzione maternità della Signora Delfina) alla segreteria degli studi di registrazione Idea Recording/CGD in via Quintiliano, proprio dietro casa mia, periferia est di Milano. Quel giorno sentivo che nonostante gli studi di economia, il mio percorso professionale sarebbe stato quello di far conoscere la bellezza dell’Arte in tutte le sue declinazioni.

Prima di timbrare il cartellino con un’emozione pazzesca, vedo entrare da quel grande portone a vetri una Loredana Berté che sbraita contro un certo Alfredo (scoprirò poi essere il Signor Cerruti, direttore artistico per pochi giorni ancora). Tutto mi sembra surreale, prendo l’ascensore delle scale di sinistra, 1° piano, si aprono le porte e mi si para davanti un sorriso sornione incorniciato da una lunga cascata di riccioli scuri: «Ciao, e tu chi sei?», mi domandi con quei piccoli occhi scherzosi che cercano di scoprirmi… E io, sicura di me, ti rispondo con tono deciso che sono una temporanea acquisizione. Della serie: caro il mio Signor Popstar, qui non c’è trippa per gatti! Entro in ufficio con un’irrefrenabile curiosità di capire quale destino professionale mi attende al varco. Il mio primo capo, Gualtiero Berlinghini, con fare molto signorile mi spiega che la priorità per tutto il team è occuparsi dei Pooh. Devono ultimare il mixaggio di Palasport, il loro album inciso dal vivo. Eccola là: SDO & Co resteranno per 7 anni la mia assoluta priorità.

Spesso vengo rimproverata da “Noceronte”, il mio secondo capo Antonio Nocera (già… un’altra persona che ritroverai lassù e di cui sentiamo la mancanza) dell’ufficio promozione CGD che mi vuole a tutti i costi, modificando in anticipo il contratto a tempo indeterminato. Un siculo brontolone, ma tanto buono: «Insomma! Stai di qua con me o stai di là coi Pooh?». E tu: «Antò, Eleonora è una di noi!». Così, si instaura un reciproco rapporto di stima e di fiducia, nel lavoro e nel privato. Spesso mi trovo a essere complice involontaria dei tuoi/vostri affetti (bionda, rossa, bruna); il punto d’approdo per “ex” o “new” con o senza prole; la smistatrice delle vostre numerose fans. Sono sicura che nel tuo cuore è rimasta Sonia, la biondina dagli occhi azzurri, la tua fedelissima e discreta fan diventata mia/nostra cara amica. Un incredibile “universo” umano, alimentato da sentimenti puri e sinceri, senza mai secondi fini.

Io, unica donna nel team degli studi di registrazione Idea Recording/CGD, Milano

Ci sono salita anch’io sull’Astronave, a condividere momenti entusiasmanti e drammi: come quel dannato giorno che il vostro segretario Claudio ha avuto un terribile incidente stradale al ritorno dall’Aeroporto di Milano-Malpensa mentre con i Pooh eri in volo, destinazione Lahaina (Isole Hawaii), per incidere Aloha. Ricordo un uomo, ignaro o quasi delle vostre “cose”, che mi cerca: «Solo tu puoi aiutarmi… ad aprire in loro assenza lo scrigno magico». All’improvviso mi sono sentita una di famiglia. È Renato (fratello di Roby), l’indimenticabile amico che lassù ritroverai a “riscuotere” con il Padreterno, da buon road manager, le tue infinite idee. Confesso che dopo la sua morte (un incidente stradale in Sardegna ce lo ha portato via, proprio lui che finalmente era riuscito dopo anni ad andare in vacanza) non ce l’ho più fatta a venirvi a sentire, a ritornare lì nel backstage con le fans più folli che pensavano (insulti compresi) che fossi una fidanzata, una moglie, un’amante… Ma c’era sempre lui, Renato, a proteggermi. È stato un gioco divertente, da condividere come atto di reciproca riconoscenza.

L’unico compleanno fra i tanti che hai festeggiato, è stato quello dei 20 anni con i Pooh (1986). Avevate organizzato una festa “très chic” in un club in corso Buenos Aires vicino all’ex Teatro Puccini di Milano. A differenza dei classici “paillettati” abiti da sera, da anticonformista ti ho sorpreso con uno smoking maschile. E tu mi hai “inchiodata” con ironia così: «Wow! Me pari Sue Ellen (negli anni 80 star della soap opera Dallas, n.d.r.) acconciatura compresa!». Una delle tue fulminanti battute che ti rendevano unico.

1989, l’anno fortunato. La Virgin Dischi mi assume e ricevo un inaspettato, grandioso cesto di fiori in occasione del mio matrimonio. Pensa, con il mio unico, grande amore che si chiama come te, Stefano, all’epoca redattore del mensile Tutto Musica & Spettacolo, che non vi ha mai intervistato perché ha gusti anglo-americani. E gli italiani li ha sempre lasciati volentieri ai “gossippari” di TV Sorrisi e Canzoni.

Il biglietto scritto dai Pooh che accompagnava il cesto di fiori per il mio matrimonio

Mentre scorrono i ricordi, penso alla prima serata speciale: quando mi hai invitata a varcare i capannoni di Zingonia, nella Bergamasca. Sembrava davvero di stare al luna park e da quel momento mi hai affidata al fedelissimo fonico Osiride (lassù, riprenderà finalmente a pieno titolo il suo ruolo) destinato a diventare il mio lasciapassare. Con la tua Jaguar bianca (ho avuto il privilegio di guidarla, per farti il pieno di benzina), vista l’ora tarda, mi hai scortata fino all’autostrada raccomandandomi di stare attenta. E io, confusa da tanta attenzione, sono distrattamente entrata nella corsia stradale senza accorgermi del Tir che mi strombazzava dietro, abbagliandomi a intermittenza per l’incauta manovra. Il mattino dopo, in ufficio, mi hai fatto il cazziatone con il tuo solito affettuoso piglio scherzoso, da fratellone speciale.

I Pooh (Stefano D’Orazio, Red Canzian, Dodi Battaglia, Roby Facchinetti)

Ti ricordi, Ste, quella volta che mio padre (ti chiedo un favore: se lo incontri lassù, lo abbracci per me?) con la Saab nuova di zecca mi è venuto a prendere al Palalido di Milano alla serata di beneficenza per la Fondazione Dino Ferrari? Gli hai fatto una baldanzosa proposta: «Sposo tua figlia se mi regali la Saab…». Papà si è fatto una bella risata e siamo andati tutti insieme a cena. E chi si scorda di quel travolgente Capodanno del 1985, nella tua villa all’Infernetto, dove ho conosciuto i tuoi familiari così ospitali e semplici… Mi è sempre rimasta nel cuore tua nipote Monica, dal temperamento simile al tuo; e anche Loredana, la sua/mia inseparabile amica milanese. Circense e teatrale, ammetto (io che non amo le feste) che è stato il Capodanno più bello della mia vita. Adesso posso confessarti che l’unica nota dolente di quella strepitosa villa con piscina era la tua “kitschissima” collezione di elefanti (brava Titti che te ne sei sbarazzata!).

Capodanno 1985, Infernetto: io, Ivana Massetti, Loredana Straini e Monica, la nipote di Stefano D’Orazio

Quanti anni sono passati, ma tutto sembra ieri, anche l’ultima volta (4 anni fa) che stavo andando da mia madre e in via Salomone incrocio Roby che mi invita a entrare nei vostri uffici; e io ti ritrovo di nuovo lì,  a capotavola in sala riunioni (li avevi giustamente mollati nel 2009 dopo 38 anni di onorata devozione) e tu, sorridendo, mi hai detto «che ce vo’ fa, mi hanno ribeccato…». Un saluto rapido ma intenso. In quell’occasione, mi ha fatto compagnia la tua futura moglie Tiziana (che non ha rivali, più o meno vip, del passato: è lei la tua prescelta a vita, il tuo unico vero AMORE che hai rincorso e sfuggito perché non avevi mai tempo. Era ora, scapolone!) e abbiamo conversato amichevolmente promettendoci di unire i nostri 2 Stefano.

Ciao, amico mio. Ho una certezza: ci ritroveremo sull’Astronave… e da lassù, mi raccomando, non ridere troppo di noi, ex ragazze degli anni 80 che se stanno à sciupà! Grazie davvero! Eleonora