Andiamo senza troppi preamboli al nocciolo della questione. La Odyssey Collection s’ispira a 2001: A Space Odyssey, lo science fiction film diretto nel 1968 da Stanley Kubrick e sceneggiato con Arthur C. Clarke, il fantascientifico autore dell’omonimo romanzo. Progetto in tutto e per tutto made in Sicily, è decollato con la potenza creativa dell’architetto e designer Andrea Branciforti e si appresta ad atterrare sulle nostre tavole da pranzo griffato Orolavico, l’azienda che lavora ad hoc la pietra lavica.

HAL

 

Collezione di 15 sottopiatti, è composta da 6 micro-collezioniGemeni, Hal, Odyssey, Spyral, Space, Nebula – cromaticamente ottenute con un procedimento di laboratorio eco-sostenibile che consente di realizzare la palette da un unico vetro di base. Questa peculiarità, unita alle caratteristiche tecniche della materia prima, rendono la semplice, elegante, contemporanea Odyssey Collection la sintesi ideale di un design che dà pari importanza alla bellezza, all’eco-sostenibilità e alla funzionalità.

SPYRAL

«Un’immagine entra a far parte della nostra esperienza visiva», spiega Branciforti, «e spesso influenza inconsciamente le nostre azioni. Con questa collezione porto in tavola una materia antica, la pietra lavica, che custodisce in sé, raccoglie e racconta il viaggio fatto dal magma fino trasformarsi in pietra». Geometrie piatte e bidimensionali, spazi definiti e colori brillanti scandiscono lo stile dei piatti rendendoli subito riconoscibili. Che dire poi delle affascinanti decorazioni? S’ispirano al Supercomputer Hal, al Discovery One e alle visioni dell’Universo.

NEBULA
© E. Liggera

Pur essendo una giovane e dinamica realtà siciliana nata nel 2015 dall’esperienza di manager e artigiani che hanno concretizzato soluzioni di indoor e outdoor design in pietra lavica e in cotto, Orolavico ha compreso e sostenuto l’importanza della collaborazione con designer, architetti e artisti: sia per quanto riguarda la progettazione delle collezioni, sia per la comunicazione online e offline. Guardate con attenzione il video. Ne vale proprio la pena.