Questo è un articolo di elevata scorrettezza politica. Se la politically correctness parte dal principio della necessità di non offendere nessuno, di rispettare le minoranze, di non essere sessista e di essere femminista, allora è giunto il momento di buttare sopra un rogo virtuale buona parte del rock. Ma se ciò non viene fatto, allora significa che la correttezza politica non è altro che una stupida ipocrisia.

Se il rock ha tra i suoi padri il blues, allora dobbiamo cominciare a decidere se conta il rispetto delle donne o il Black Lives Matter. Perché? Se è vero che la vita dei neri conta, occorre però mettere in chiaro che la cultura nera confligge con il femminismo e con il valore della donna tout court. Perciò, direi che è meglio lasciar da parte il politicamente corretto quando prendiamo in considerazione la black culture: ne dovremmo cancellare una gran parte iniziando da colui che, urbi et orbi, è considerato fra i più grandi maestri del blues, ovvero Robert Johnson che in Me And The Devil Blues a un certo punto canta:

I’m going to beat my woman  Pesterò la mia donna
Until I get satisfied                     Fino a quando non sarò soddisfatto

Possiamo poi aggiungere, fra i tanti, che nel blues Sweet Rough Man (notare: Uomo Dolce e Rozzo) Mama Rainey canta che Mi sono svegliata stamattina con la testa che mi faceva male. Il mio uomo stanotte mi ha picchiata

Il blues fu in seguito portato al successo da Jerry Lee Lewis con Whole Lotta Shakin’ Going On, che sembra voler dire “scuotimento” ma in realtà allude al sesso; così come il “twist” di Twist And Shout. Ma il caso più clamoroso (se non è stato ancora identificato dimostra o l’ignoranza, o la malafede della politically correctness) è quello della bellissima Hey Joe di Jimi Hendrix, che altro non è se non la narrazione di un femminicidio. Vogliamo ricordare l’incipit?

Hey Joe dove stai andando con quel fucile in mano?
Sto andando a sparare alla mia donna perché l’ho beccata a fare delle “cose” con un altro uomo

Già il testo della canzone è duro, ma Joe non si ferma alle intenzioni poiché…

Yes, I did, I shot her
You know I caught her messin’ round, messin’ round town
Yes, I did, I shot her
You know I caught my old lady messin’ ‘round town
And I gave her the gun
I shot her

In pratica, ribadisce/rafforza il concetto che le ha sparato – Yes, I did, I shot her –  perché l’ha beccata a fare “cose“. Si è pentito? Si è costituito? Ma assolutamente no, perché…

I’m goin’ way down south           Me ne vado a Sud
Way down to Mexico way           Me ne vado in Messico

Su questo capolavoro non censurato ma assolutamente scorretto, antifemminista e filofemminicida, si dimostra l’assoluta ipocrisia del politicamente corretto che colpisce alcune cose tralasciandone altre. Forse perché è più facile colpire Ovidio, escluso da certe università americane perché sessista? William Shakespeare, perché nel Mercante di Venezia è antisemita? Dante Alighieri, perché mette i sodomiti all’Inferno? E mi fermo qui: di esempi di cancel culture, in nome della correttezza politica, potrei farne fino a domani.

L’elenco delle scorrettezze sarebbe lunghissimo anche nel rock. E rischierebbe di occupare un trattato: da Blue Suede Shoes (Puoi farmi di tutto ma non mi toccare le mie scarpe di camoscio blu, stai lontana dalle mie scarpe di camoscio blu) passando da The Locomotion che è una miniera di doppi sensi, per non parlare delle notissime allusioni alla droga o alle forze occulte di gran parte dei rocker degli anni 60: talmente tante che non è il caso di elencarle qui, perché sforerei dai limiti dell’articolo.

Giusto o sbagliato che le cose siano andate così, penso che oggi molta parte della produzione discografica dell’epoca non sarebbe passata attraverso le forche caudine del politicamente corretto, come anche il punk (non c’è un solo testo dei Sex Pistols che sia accettabile), ma pure Light My Fire dei Doors può essere accusata di sessismo in pieno Me Too.

2 gruppi bianchi, politically correctness alla mano, sarebbero stati da censurare ma non lo saranno mai, almeno agli occhi di una certa America (magari non di un’altra): gli ZZ Top, ma soprattutto i Lynyrd Skynyrd. L’album Eliminator del 1982, il più grande successo dei barbuti texani, inizia subito con Gimme All Your Lovin’: ottimo pezzo, musicalmente hard, ma direi hard anche nel testo con la penultima strofa dal clamoroso doppio senso collegato al video che vede 3 bellissime modelle che finiscono per sedurre un giovane inesperto addetto alla pompa di benzina. Quando dice:

Devi spostarlo e usarlo come farebbe uno svitato
Devi comprimerlo, lavorarlo
come dovrebbe fare un nuovo ragazzo

intende “ufficialmente” il bocchettone della pompa, ma a giudicare dall’allusivo atteggiamento delle modelle è ovvio che si intenda ben altro.

Oggi un video del genere scatenerebbe il nazifemminismo americano, ma noto che è tuttora visionatissimo e non mi risultano istanze di censura nei suoi confronti. Forse perché gli ZZ Top sono del Texas e in USA toccare il Texas è sempre un po’ pericoloso? Vi ricordo che nella Costituzione degli Stati Uniti d’America c’è sempre la possibilità di una sua indipendenza dagli USA…

E sorvolando sul video di Sharp Dressed Man, dove il messaggio è che 3 bellone concupiscenti e stratosferiche “rapiscono” da una festa un tizio azzimato e belloccio, arriviamo ai Lynyrd Skynyrd che saranno i protagonisti del seguito di questo articolo.