Un prodigio, un colpo ad effetto, una di quelle magie che quando ti siedi al computer e ti metti ad ammirarle ti senti come non mai un tutt’uno con l’Arte assoluta, eterna, immutabile. E allora sì che questa mal sopportabile quarantena ti appare all’improvviso dolce, persino by-passabile. Merito delle Gallerie degli Uffizi di Firenze (Uffizi, Corridoio Vasariano, Palazzo Pitti, Giardino di Boboli) che grazie a un clic da computer, tablet o smartphone vi mettono a disposizione gratis i loro capolavori pittorici in una fantastica promenade in 3D realizzata e prodotta da Gallerie degli Uffizi in collaborazione con Opera Laboratori Fiorentini, AudioGuide® – Gestione Multiservizi e Review che è a tutti gli effetti, parola del direttore degli Uffizi Eike Schmidt, «un’immersione totale e realistica nell’ambiente del museo».

Tecnologicamente avanzatissimo, questo tour virtuale vi conduce per mano in 10 sale, fra quelle inaugurate nel 2019, riprodotte in ogni singolo dettaglio con le loro opere (55 in tutto) da scoprire dall’alto attraverso la visualizzazione denominata dollhouse, o “camminando” soffermandosi davanti ai dipinti proprio come si farebbe “fisicamente” nel museo. Ogni quadro, inoltre, può essere studiato da vicino e, cliccando sulla didascalia corrispondente, integrato con tutte le informazioni del caso in italiana e inglese. Per quanto riguarda i capolavori principali, sul sito degli Uffizi c’è un link che vi indirizza alle schede dettagliate.

Il percorso ha inizio dalla Sala delle Dinastie con i ritratti degli esponenti più in vista delle famiglie Medici di Firenze e Della Rovere di Urbino, che nel ‘500 contribuirono ad assemblare le inestimabili collezioni degli Uffizi. Fra le opere, accanto a quelle dipinte dal Bronzino come l’Eleonora da Toledo, indiscussa “regina” di questi spazi, spiccano Lorenzo il Magnifico e il Duca Alessandro de’ Medici dipinti da Giorgio Vasari; Cosimo il Vecchio e Cosimo I de’ Medici del Pontormo; Eleonora Gonzaga e il suo consorte Francesco Maria I della Rovere di Tiziano.

Si prosegue nelle Sale Verdi riservate alla cinquecentesca pittura veneta che accolgono fra i loro gioielli la Venere di Urbino e Flora, entrambe di Tiziano; Leda e il Cigno del Tintoretto; la “Fornarina” di Sebastiano del Piombo; il ritratto di Giuseppe da Porto con il figlio Adriano, Venere e Mercurio del Veronese.

Per finire, una curiosità: nella sala che ospita La Nuda di Licinio, potrete addirittura affacciarvi alla finestra e ammirare il cuore di Firenze e dell’Arno in una raggiante giornata di sole. Il tutto minuziosamente digitalizzato.