Questa è una storia di curiosi, inevitabili per un verso, incontri e riscontri. Il mio rapporto con i pesci rossi è iniziato in modo cartaceo molti anni fa, quando ho scritto le mie prime favole tra cui Valentino il pesce rosso.
Mi ha sempre colpito in modo negativo l’usanza di tenere prigionieri in una piccola sfera di vetro uno o più pesciolini – i cosiddetti pesci rossi – di cui parleremo più avanti. Era frequente vedere nei Luna Park (come venivano chiamati all’epoca) un gioco che consisteva nel centrare con una pallina da ping-pong una delle molteplici palle di vetro che conteneva un pesce rosso. Se si riusciva nell’intento, si ripartiva con il pescetto in una borsina di plastica riempita d’acqua per poi, una volta a casa, far ripiombare il malcapitato in una sfera del tutto simile a quella da cui era stato estratto…
La mia storia prende spunto da questi eventi per poi svilupparsi in modo imprevedibile, ma assai positivo, per Valentino.
Questa favola, insieme ad altre 3 magnificamente illustrate dalla pittrice francese Sylvie Serre (Giovannino l’Asfodelo, Gionni la Renna e Orano lo Scorfano) è stata raccolta in un volume e pubblicata nel 2008 in versione bilingue (italiano e francese) da Le Brumaie Editore. Ne sono seguite varie edizioni e la storia di Valentino il pesce rosso è tuttora disponibile singolarmente. Questo per la parte relativa all’incontro letterario, ma in seguito ci sono stati diversi incontri “de visu ”, sempre che ciò si possa dire di un pesce…
Un’illustrazione della pittrice francese Sylvie Serre
Nei primi anni 2000 mi sono trasferito in Bretagna, in un antico Presbiterio di un piccolo villaggio. La proprietà comprendeva anche un grande parco-giardino. Una volta restaurata la casa e attrezzata per ospitare la mia galleria d’arte e i miei libri che nel frattempo erano cresciuti di numero, ho voluto creare uno spazio dedicato a un piccolo stagno naturale dove poter degnamente ospitare qualche pesciolino.
Dovete sapere che ho conosciuto una coppia di vicini inglesi che possedevano una grande casa con giardino e appunto, in quello spazio, avevano un piccolo stagno di fonte sorgiva di cui ignoravano le origini e che ospitava numerosi pesci rossi. Stagno che esisteva già al tempo dei precedenti proprietari, che interrogati sulla questione non ebbero risposte in merito se non dichiarare che stagno, fonte e pesci erano già sul posto da chissà quanto tempo, visto che la costruzione datava ai primi anni dell’800.
Intrigandomi parecchio la storia della presenza di questi pesci “storici ”, ho chiesto a Beatrix – la dama del luogo – se fosse d’accordo nel lasciarmi pescare con un retino qualche suo pesciolino allo scopo di popolare il mio stagno. Ben lieta di farlo, dato che grazie alla grande prolificità dei suoi ospiti acquatici il suo spazio liquido era decisamente sovrappopolato. Finiti dunque gli ultimi preparativi per la nuova casa al Presbiterio, mi sono armato di un retino acconcio e non senza fatica sono riuscito a “pescare ” una decina di pesci tra rossi (dico subito che in verità non sono mai rossi, ma piuttosto su una tonalità arancione) e bianchi. A questo proposito, vi segnalerò alla fine un video che vi spiegherà il mistero dei loro colori.
Lo scrittore di fiabe Luigi Mantovani
Il trasloco è riuscito molto bene, i pesci si sono ambientati con facilità e lo stagno ha ben presto attirato la piccola fauna locale, tanto che una coppia di tritoni si è aggiunta al variopinto gruppo. La natura, però, ha le sue leggi e le sue regole che a noi possono a volte apparire ingiuste o crudeli, ma che in effetti sono solo parte dell’ordine naturale delle cose. Succede, quindi, che ogni specie ha il suo regolatore. Si utilizza erroneamente il termine “predatore ”, in quanto il solo animale che preda per predare è l’uomo: la natura è capacissima di gestirsi da sola, senza la stupida arroganza dell’umano “cacciatore ”.
Uno dei più efficaci “nemici ” dei pesci in generale è l’airone, uccello magnifico e maestoso nel suo lento volo ma rotto a tutte le astuzie pur di stanare le sue prede. Uno di questi aironi ha deciso di visitare lo stagno dei vicini (quello di Beatrix, per intenderci) causando uno sgradevole quanto inevitabile decremento della loro popolazione acquatica. Una volta informato dell’accaduto, ho dato a Beatrix la mia disponibilità a far migrare alcuni dei miei pesci (che poi erano stati i suoi magari da generazioni, dato che il loro numero era già aumentato da noi) nel suo stagno per ripopolarlo. E così, retino alla mano, abbiamo pescato e trasportato da loro una dozzina di nuovi ospiti: che poi tanto nuovi non erano in quanto parenti, vicini o lontani, dei loro abituali residenti.
La piccola vasca per i pesci rossi a Dinan
Sfortunatamente, a causa dell’eccellente comunicazione nel mondo degli aironi, l’andata e ritorno fra i 2 stagni in entrambi i sensi si è ripetuto per alcune volte fino a quando, con gran sollievo umano e pescifero, gli aironi hanno pensato bene di volare altrove.
Ma per i pesci e per noi i traslochi non erano finiti. Dopo molti, felici anni trascorsi in campagna, è arrivato il momento di trasferirci a Dinan, cittadina medievale bretone. Nella nuova abitazione, non disponevamo di un grande giardino bensì di uno spazio esterno non troppo grande che siamo riusciti a organizzare con cura. Rimaneva il problema dei pesci, che i nuovi proprietari della canonica avevano ereditato con la casa e che trattavano con grande cura.
Come fare, dunque? Dopo svariate ricerche, ho trovato in Germania un fabbricante di piscine da giardino al quale ho chiesto di creare una piccola vasca che si potesse integrare nel nuovo spazio esterno della nuova casa.
Una volta ricevuta la vasca riempita e completata con le necessarie piante acquatiche mancavano gli abitanti. Che fare? Mi sono rifiutato di andare in un negozio specializzato a comprare dei pesci, dal momento che non volevo interrompere l’antica saga e i legami che nel tempo si erano creati. La risposta è venuta da sé: ho chiamato senza indugio i nuovi occupanti del Presbiterio e ho chiesto loro di passare con il famoso retino a recuperare qualcuno dei loro/nostri pesci.
Ora ne ho 3 rossi e 3 bianchi più 2 neri, ancora giovani, che stanno facendo la muta e in seguito diventeranno 1 dei 2 colori canonici. Stanno tutti bene e sono contenti nel loro nuovo monolocale liquido. Almeno in attesa del prossimo trasloco.
La storia continua…