Dopo gli Stones ci sono gli Aerosmith. Per una serie di motivi: vuoi la longevità; vuoi i pezzi notevoli inclusi pure nella Rock & Roll Hall of Fame, di cui è scioccante il numero (per esempio, solo dal 3° album del 1975 ce ne sono ben 3: Sweet Emotions, Walk This Way e Toys In The Attic, che gli dà anche il titolo); vuoi le performance live di tutto rispetto, con scenografie ed esecuzioni al massimo livello. Più rockeggianti dei rivali inglesi, hanno dalla loro che la line-up è formata da professionisti dello strumento, quindi più tecnici e definiti. Abbiamo la coppia di compositori Joe Perry – Steven Tyler (chitarra – voce) che oltre a sfornare hits sanno il fatto loro: il primo, riguardo a chitarre rock con distorsioni e suoni all’avanguardia; l’altro, con voce roca e potente ma modulata alla perfezione nei lenti come si addice a un vero bluesman. Qui siamo al cospetto del meglio reperibile sul mercato nel padiglione rock blues! Tenendo anche in conto la maestrìa dell’altra chitarra, del basso e della batteria che a tutt’oggi sono attivi e non la mandano certo a dire (provate per credere finchè siete in tempo…).
Live! Bootleg è un disco di rottura col passato (degli Aerosmith) che segna la fine del vecchio periodo come per molti gruppi rock in quei fine anni 70 dove in effetti quel tipo di suono è “morto”, diventando più elettronico causa cambio dei metodi di registrazione dovuto all’evoluzione tecnologica. Quindi un “doppio live” bellissimo e prezioso, pieno di successi più una cover di Come Together dei Beatles, l’unica tra mille che non fa rimpiangere l’originale. E per fortuna o per destino, dopo il collasso gli Aerosmith si rinnovano rimixando Walk This Way con Run DMC e centrando finalmente la loro personale Super Hit. Cosiddetta, poiché è il primo connubio fra rock e rap, musica “nera” e musica “bianca“: 2 estremi che nessuno aveva mai osato pensare di avvicinare. Si ricordi lo scalpore, almeno per noi (all’epoca tra i pochi in Italia a conoscere gli Aerosmith) che suscitò il video balzato al primo posto nella metà degli anni 80. E da allora in vetta sono rimasti, producendo album meno grezzi, sofisticati e con un sound americano di altissima qualità. Così come una band seconda solo agli Stones avrebbe saputo fare.
Aerosmith, Live! Bootleg (1978, Columbia)