Lei e la flora sono un inscindibile tutt’uno. Classe 1980, cresciuta in un piccolo villaggio del Regno Unito, maestra nel campo delle installazioni site-specific, Rebecca Louise Law concepisce capolavori fisici e al contempo sensuali che declinano il rapporto uomo/natura. Mutamento e conservazione consentono alle sue stupefacenti opere di evolversi, a mano a mano che l’afflato naturale svolge il proprio compito, offrendo della bellezza un concetto alternativo. Dopo The Grecian Garden ad Atene, The Beauty of Decay a San Francisco, Life in Death a Londra e Community a Toledo, un tripudio di 200.000 fiori sta conquistando il cuore di Parma con Florilegium (foto: © OTTN Projects) la prima personale italiana dell’artista britannica che dal 2 ottobre al 19 dicembre 2020 sarà il “fiore all’occhiello” nel programma di Parma Capitale italiana della Cultura 2020 + 21.
Ad accogliere con tutti i crismi l’esposizione è l’Oratorio di San Tiburzio, ex luogo di culto recuperato e reso visitabile solo di recente: esempio fra i più illuminanti di Barocco Parmense, venne edificato nel 1722 dall’architetto Adalberto Dalla Nave e completato 1 secolo e ½ più tardi da Pancrazio Soncini. Oratorio che è parte del complesso di San Tiburzio che include anche l’Antica Farmacia San Filippo Neri.
In latino medievale, il florilegium era una raccolta di estratti da altri scritti. Il vocabolo deriva dal latino flos (fiore) e legere (da raccogliere): letteralmente, una collezione di fiori o di pregiati estratti dal corpus di un’opera più grande. Installazione/cascata floreale (dall’achillea millefolium al tortum) in un costante, organico, ipercromatico divenire, questo che è un Florilegium di nome e di fatto si propone come l’evento clou di Pharmacopea, il progetto che mira a riscoprire l’identità chimico-farmaceutica di Parma.
© Eleonora Tarantino
Soprattutto, questo luminoso florilegio che Rebecca Louise Law vuole identificare nella ripartenza dopo le tenebre della pandemìa, è un ulteriore passo nella sua ricerca sull’evoluzione e il deperimento dell’opera d’arte interconnessa con la natura e concepita come architettura floreale larger-than-life, nonché scultura site-specific. Ecco, allora, che l’Oratorio di San Tiburzio si è tramutato come per incanto in uno spazio capace idealmente di dialogare con le fonti storiche, i materiali d’archivio, gli antichi erbari e le farmacopee.
Ma non finisce qui, giacchè il poetico percorso espositivo si amplia con altri apparati scultorei nell’Archivio della Congregazione dell’Antica Farmacia, mentre è privilegio della serra dell’Orto Botanico di Parma dare ospitalità a un’opera documentaria che illustra la talentuosa pratica dell’artista.
Rebecca Louise Law
Florilegium
Oratorio di San Tiburzio, Borgo Palmia, 6/A, Parma
L’Oratorio di San Tiburzio