Aspettando, da tifosi come siamo di Brian Peter George St. John le Baptiste de la Salle Eno, l’uscita fissata per il 13 novembre 2020 della raccolta in Cd + Lp intitolata Film Music 1976-2020 con i brani per le colonne sonore cinematografiche e televisive dell’ex Roxy Music, uomo mascarato del glam rock, non-musician, ambient musician o stratega obliquo che dir si voglia, alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia è in pieno svolgimento Reflected, personale dell’Eno visual artist che trova una sua precisa sintesi in questa dichiarazione: «Due idee mi hanno sempre attratto: realizzare musica come se si trattasse di un dipinto e creare immagini come se fossero musica». Come quando nella Chiesa sconsacrata di San Carpoforo, a Milano, con Crystals 83-84 fece la magia d’architettare una vera e propria mostra sonica.

Brian Eno, 2019, © Shamil Tanna, courtesy Paul Stolper Gallery

Stavolta l’artista di Woodbridge, nel Suffolk inglese, ha puntato decisamente in alto facendo dialogare le sue Lightbox minimaliste che combinano senza soluzione di continuità “paesaggi di colore” sfruttando luci a LED intrecciate (ispirate, chissà?, alle installazioni fluorescenti di Dan Flavin) con i capolavori più rappresentativi della collezione museale: il Polittico di Sant’Antonio di Piero della Francesca, il Polittico Guidalotti del Beato Angelico e il Cristo morto in pietà del Perugino. L’effetto, concupiscente, riflette appieno il modus operandi eniano che da tempo mette al centro dell’attenzione una luminosità calda, complice, mai invasiva («Ho iniziato a giocare con la luce intesa come mezzo da adolescente, più o meno nello stesso periodo in cui ho cominciato a suonare. Se ripenso a ciò che ho realizzato negli anni successivi, mi sembra d’aver cercato di rallentare la musica per renderla il più possibile simile alla pittura») che in questa precisa occasione invita il visitatore a trattenersi un po’ più a lungo; a sostare/meditare al cospetto di un’arte che da ipertecnologica si fa spirituale e viceversa: «Se un dipinto è appeso a una parete – sottolinea Eno – non ne avvertiamo la mancanza se per un attimo distogliamo l’attenzione da esso. Con la musica e il video, invece, ci si aspetta un certo tipo di narrazione. La mia musica e i miei video cambiano, ma con lentezza, in modo tale che non importa se ne perdiamo una parte».

Reflected, inoltre, si arricchisce con Raphael Revisited (2011),la serigrafia di Tom Phillips che con Eno divide un solido legame d’amicizia e collaborazione iniziato nel 1964 alla Ipswich Art School, dove lo stesso Phillips era docente. L’opera, utilizzata per la copertina dell’album Another Green World (1975), trae ispirazione da una tavoletta votiva conservata alla Walker Art Gallery di Liverpool, la cui datazione è ascrivibile alla fine del ‘400, di un anonimo pittore umbro identificato con un giovanissimo Raffaello.

Brian Eno
Reflected
Fino al 10 gennaio 2021, Galleria Nazionale dell’Umbria, corso Pietro Vannucci 19, Perugia
tel. 07558668436
Catalogo Magonza Editore

© Shiraishi Masami, courtesy Paul Stolper Gallery, 2020