Ci sono 2 opere, Flesh e The Cow, che più di altre sottolineano la dimensione carnale e voyeuristica dell’artePop e non Pop – di Andy Warhol (1928-1987). Flesh (Carne) è il titolo del film sessantottino prodotto dall’artista di Pittsburgh, diretto da Paul Morrissey e gestualizzato (più che recitato) dal perennemente nudo non-attore Joe Dallesandro. The Cow è invece la mucca che Warhol non esita a definire «Super pastorale! Ridicola! Incredibilmente brillante e volgare!» ancor prima di ritrarla nel 1966 su invito dell’art dealer Ivan Karp. E finisce per ritrarne un’infinità: dalla Cow Wallpaper, la carta da parati rosa (la mucca) e gialla (lo sfondo) con cui tappezza una sala della Leo Castelli Gallery; a quelle Cows che dal 1971 al 1976 si susseguono in rosa e celeste, giallo e blu, all’insegna della più ferrea riproduzione seriale.

La Vaccheria

Flesh: Warhol & The Cow è l’azzeccatissimo, carnale titolo della mostra che inaugura la nuova vita (dopo un lungo lavoro di restauro) della Vaccheria, lo spazio espositivo di Roma Capitale ubicato all’EUR, nato dalla convenzione urbanistica Eur-Castellaccio e destinato a ospitare i reperti archeologici rinvenuti nell’area di Roma Sud. Casale storico, l’ex vaccheria si è così trasformata nella contemporanea realtà di 1 corpo centrale (all’epoca occupato dalle stalle) di circa 1.590 mq. con teche in vetro e spazi comuni fra cui la sala conferenze, l’area ristoro e il bookshop; 1 corpo esistente a 2 piani di circa 490 mq., destinato agli uffici e alla direzione; 1 corpo aggiunto, con laboratori e servizi, di circa 260 mq.

Marilyn, 1967

L’iconica Mucca warholiana, cuore e raison d’être dell’esposizione, appartiene alla Collezione Rosini Gutman curata da Gianfranco Rosini insieme a un’ottantina e più fra opere (i ritratti di Marilyn Monroe, Liza Minnelli, Man Ray ed Elvis Presley; le Campbell’s Soup Cans, la Brillo Box, i Flowers, Dollar); oggetti che ben definiscono l’eclettismo del Pope of Pop come copie della rivista Interview, copertine di Lp (dalla leggendaria banana sbucciabile di The Velvet Underground & Nico, a Love You Live dei Rolling Stones, Rockbird di Debbie Harry e Silk Electric di Diana Ross); preziosi libri fra cui Warhol’s Index (book) e The Philosophy of Andy Warhol (from A to B and back again) e memorabilia come il rarissimo Campbell’s Soup Dress e il paio di Campbell’s Soup Shoes distribuite allo Studio 54 di New York e firmate da AW.

Flowers, 1970

«Abbiamo scelto di esporre le opere», precisano Giuliano Gasparotti e Francesco Mazzei, curatori della mostra, «come fossero busti o statue di imperatori romani, allo scopo di sottolineare un parallelismo con le immagini divenute simulacro delle divinità moderne e contemporanee, senza mai trascurare quello sguardo crudo e ironico che ha reso geniale il lascito artistico di Andy Warhol al mondo».

A Flesh: Warhol & The Cow è affiancata l’esposizione Sacro o Profano…? che propone una selezione di opere realizzate da 16 artisti, sia professionisti sia autodidatti, a testimoniare il forte legame con il territorio e la sua storia. Ecco i partecipanti: Angela Caronna, Carlo Pantaleone, Francisco Bertipaglia, Ilaria Bagaglia, Ivana Ligas, Luisa Laurelli, Manuela Scopigno, Marco De Rossi, Marisa Muzi, Miki Therese Pedro, Roberto Barberis, Rossella De Rossi, Rossella Di Donato, Salvatore Desiderio, Vanessa D’Amato e Yuliya Hramyka.

Flesh: Warhol & The Cow
Le opere di Andy Warhol alla Vaccheria
Fino al 6 gennaio 2023, La Vaccheria, via Giovanni l’Eltore 35/37, Roma
tel. 0669612221

Dollar, 1981-1982
Collezione Rosini Gutman