Sanificare un vagone della metro poco prima che i londinesi ci salgano sopra. Sanitize è la prassi quotidiana dell’addetto alla disinfestazione anti coronavirus in tuta bianca, occhiali, mascherina FFP3 con valvola d’espirazione e giubbotto con la scritta Stay Safe. Senonchè, eccolo avvicinarsi a una parete senza curarsi minimamente che qualcuno lo stia osservando; e armato di stencil e bomboletta spray, disegnare vicino al finestrino un ratto che starnutisce un enorme getto di vernice verde. E poi altri, di ratti, che planano con la mascherine chirurgiche a mo’ di paracadute. E ce n’è ancora 1, in un angolo in basso a destra, che ci s’ingarbuglia dentro.

Topi menefreghisti e strafottenti, come quelli che quando la pandemìa stava mettendo al tappeto Londra gli avevano letteralmente invaso il bagno di casa orinandogli nel water, srotolando la carta igienica, schizzando dentifricio dal tubetto, dondolandosi sullo specchio. Ratti come quelli di Banksy. Già, perché l’addetto alle pulizie della metro è certamente lui, lo street artist senza volto che è riuscito a portare a termine il suo ultimo blitzkrieg con la stessa diabolica rapidità di quando s’intrufolava nei musei per attaccare quadri genialmente “farlocchi” accanto agli originali. E poi, nomen omen, su una porta del vagone un ratto calligrafo ha schizzato bello in grande, verdastro, Banksy: a suggello della fulminea azione che si è subito trasformata in London Underground – undergoes deep clean, il video di 1 minuto che ci racconta ancora una volta il talento banksiano di eludere ogni genere di controllo, perfino il più arcigno.

E dopo averlo visto di spalle mentre sta per uscire dalla stazione metro, il filmato si conclude inquadrando le scritte “I get lockdown” – sul muro di fronte ai binari – e “but I get up again“ – sulle porte scorrevoli del vagone – mentre risuona il refrain di Tubthumping (I Get Knocked Down) dei Chumbawamba, anno 1997.

Per la cronaca, i ratti di Banksy sono stati cancellati dagli addetti alle pulizie. Quelli veri. Al proposito, la Transport of London si è affrettata a precisare che l’immediata cancellazione è prevista per qualunque opera vandalica, inclusi i graffiti. E ha messo comunque a disposizione dell’artista di Bristol uno spazio all’interno della subway dove realizzare un nuovo lavoro. Dovesse accettare, ma ne dubito assai, ve ne darò notizia.