Segna il ritorno sul grande schermo, The Shrouds – Segreti sepolti dell’82enne visionario canadese David Cronenberg, regista di memorabili film come La zona morta (1983), La mosca (1986), Crash (1996) e A History Of Violence (2005).

Sono trascorsi 4 anni dalla morte di sua moglie Becca (Diane Kruger) e Karsh (Vincent Cassel) non è ancora riuscito a metabolizzare quella dolorosa esperienza. Fra i pochi amici con cui si relaziona ci sono Terry, sua cognata nonché sorella gemella di Becca (ancora la Kruger) e Maury (Guy Pearce), tecnico informatico già alle sue dipendenze.

Diane Kruger e Vincent Cassel

Per sublimare la vita e la morte della sua compagna, l’uomo d’affari ha creato la Grave Tech, un’azienda di pompe funebri che oltre a fornire le tombe per le sepolture offre un servizio aggiuntivo a costi a dir poco esorbitanti: sudari hi-tech, collegati a un’applicazione su pc o smartphone, che danno l’opportunità ai vivi di continuare a vedere i loro cari defunti. Il che significa osservarne in presa diretta il processo di putrefazione, avvalendosi di milioni di microcamere che consentono la visione tridimensionale del corpo, con tanto di zoom per osservarlo ancora più in dettaglio.

Una notte i sudari di 7 delle 9 tombe, inclusa quella di Becca, vengono profanati. Il danno economico è ingente, ma c’è di peggio: i colpevoli potrebbero essere alcuni hacker che in più hanno disconnesso la rete causando ai clienti (e allo stesso Karsh, voyeur sempre più minuzioso della putrefazione muliebre) non pochi disservizi. Decide quindi di mettersi sulle tracce dei responsabili, in un continuo ripercorrere le fasi della malattia e del decesso di Becca, sospettando di chiunque: dagli ecoterroristi ai servizi segreti, cinesi o russi che siano.

Per “shroud ” si intende il velo funerario, ma può avere anche altri significati: “coprire ”, “nascondere ”… «Nel caso di questo film, che ho scritto mentre stavo affrontando il dolore per la perdita di mia moglie, tutto viene rivelato piuttosto che occultato», tiene a precisare David Cronenberg, «e in un certo senso i sudari che Karsh ha inventato sono dispositivi cinematografici che creano un cinema post-morte, un cinema della decadenza».

Maestro indiscusso del body horror, da sempre impegnato a proiettare sul grande schermo i corpi e le loro trasformazioni (oltre al rapporto fra essere umano e tecnologia) con The Shrouds – Segreti sepolti il cineasta sembra aver trovato una sintesi dei temi a lui più cari. Ritorna, infatti, a esplorare i confini tra tecnologia, corpo e mente facendoci riflettere sul dolore e sulla memoria. I dettagli orrorifici, con l’aggiunta di una buona dose di complottismo, non impediscono però al film di scorrere con una lentezza esasperante. Come la putrefazione dei suoi corpi, appunto.