Anche chi nella vita si occupa di problemi serissimi ha diritto, come chiunque altro, a divertirsi. E poche cose sono più divertenti dello scoprire quante frasi senza capo né coda sono sfuggite ai geni e ai più illustri pensatori d’ogni epoca. Il fatto è che l’imbecillità è uno dei disturbi più diffusi tra il genere umano (anzi il male originario), almeno secondo l’autore di questo intrigante libretto, il filosofo Maurizio Ferraris, docente universitario torinese, classe 1956, dotato di un eccezionale “sense of humour”. La prima, preziosa informazione che si può raccogliere su questo tema è la radice etimologica della parola imbecille: incredibile, deriva dal latino “in-baculum”, cioè “privo di bastone“, dunque non dotato di appositi sostegni. L’essere umano è incapace di affrontare la vita “senza ausili tecnici, giuridici e sociali, siano questi foglie di fico o loden, clave, ruote, accendini, telefonini”.

Ben presto l’autore ci mette in allerta: attenzione, non esiste soltanto l’imbecillità di massa (spettacolo così diffuso nel mondo contemporaneo che persino i più imbecilli certe volte riescono a notarlo), ma esiste anche l’imbecillità d’élite, che è sicuramente la più tremenda. E a questo punto Ferraris si dimostra davvero irrispettoso, anzi feroce nei riguardi di molti protagonisti della sua materia, i più venerati maestri della storia del pensiero: da Socrate Ludwig Wittgenstein, da Martin Heidegger Jean-Jacques Rousseau, ce n’è davvero per tutti… E non c’è motivo di stupirsi perché il colpo d’imbecillità, proprio come il colpo di genio, può arrivare a tutti: viene così, d’improvviso, come un colpo di tosse o uno starnuto.

Il gioco prosegue nei campi più disparati: dalla politica alla letteratura, dalle arti alle scienze. Ovunque si può pescare il senso del ridicolo e garantire al lettore un indubbio divertimento. A tratti, forse, affiora qualche sfoggio culturale di troppo; ma è un prezzo da pagare per scoprire l’oceanica imbecillità che domina il mondo e prendere coscienza del fatto che nessuno può ritenersi immune. D’altronde non si può non essere d’accordo con l’autore quando si lascia andare a illuminanti frasi del tipo: “L’imbecillità assicura il basso continuo dell’esistenza umana, delle élite intellettuali così come delle masse”. Ecco un colpo di genio, che ovviamente conferma come “tra il ridicolo e il sublime non c’è che un passo“. E rifletterci sopra è persino uno… spasso.

Maurizio Ferraris, L’imbecillità è una cosa seria, il Mulino, 132 pagine, € 12